Daniel Brizuela è un ex calciatore che ha disputato i campionati di Argentina, Spagna, Messico, Ecuador e Cile. Oggi è divenuto direttore sportivo dopo il corso frequentato all'Istituto del Club Atletico River Plate. Dopo le esperienze da tecnico in Sud e Centro America sta ora mettendo a frutto le sue competenze di scouting al progetto Udinese-Latinoamerica, in qualità di direttore sportivo. L'Opinionista lo ha contattato chiedendo notizie su questa iniziativa. Ecco i contenuti dell'intervista:
Cos'è il progetto Udinese-Latinoamerica?
"L'idea principale è quella di collocare la nostra Istituzione calcistica in questa parte del mondo, dove sono nati i grandi giocatori dello Sport più bello: il calcio. Attraverso questa idea si realizza l'attività principale del progetto per fare un lavoro approfondito al fine di scoprire giovanissimi talenti sia in Argentina che negli altri Paesi del Sud America. L'Udinese calcio con questo progetto può crescere e farsi conoscere a livello internazionale, per tenere il passo dei più grandi club del mondo".
Gli allenatori sono attenti a non dare ai bambini troppi impegni calcistici?
"I professionisti che lavorano nel progetto Udinese/Argentina sono esperti e altamente qualificati, sono specialisti in ogni settore, per poter abbassare il tasso di errore, cercando di fare in modo che il bambino possa sviluppare il suo talento naturalmente. Nel nostro centro di High Performance, i giocatori hanno tutto quanto necessitano per ottenere il meglio e sfruttare i loro talenti senza pressioni".
Lo studio e l'educazione sono importanti, purtroppo molti giocatori si comportano male perché non hanno l'educazione al senso della realtà di tutti i giorni, cosa ne pensi?
"Credo che bisogna sempre promuovere lo studio, non solo per l'importanza della loro formazione, crediamo che lo studio li aiuti a giocare meglio. É improbabile che un giocatore possa interpretare bene la partita, se la sua capacità di apprendimento non è sviluppata. Allo stesso tempo io dico sempre che il calcio è per un tempo della vita e lo studio è per sempre".
Nel 2009 io ero a Sestola , e ho seguito il Bologna calcio durante il ritiro estivo. Ho subito capito che Daniel Osvaldo aveva una maggiore capacità rispetto ai suoi compagni, una tecnica straordinaria. I giocatori latinoamericani sono così bravi perché hanno allenatori più attenti alla tecnica, secondo te?
"Penso che sia un misto di due situazioni, che si verificano in questa parte del mondo. Non credo che ci sia una spiegazione logica per esprimere delle considerazioni. Perché Maradona e Messi sono nati in Argentina? Si può trovare una risposta nella miscela genetica, che contribuisce a rendere il ragazzo più portato a giocare bene il calcio. E' ben noto che in Argentina, c'è un'importante discendenza europea, questa componente aggiunta alle qualità dei nativi della zona favorisce lo sviluppo di un talento unico, ma nessuno possiede la verità assoluta e ciò rende il calcio emozionante. Comunque è vero che nel mio Paese, l'Argentina, al talento naturale dei giocatori viene abbinato un grande lavoro tecnico individuale, fin da quando il bambino inizia a giocare a calcio".
Udine è molto vicina alla mia città, la conosco bene. Lo stile di vita è molto diverso rispetto al modo di vivere in qualsiasi città dell'Argentina. I ragazzi portati in Italia rischiano di essere dei disadattati? La famiglia di solito è in grado di seguirli?
"Il calciatore argentino è in grado di adattarsi a qualsiasi modo di vivere, anche quando si tratta di minori. E' forse perché i nostri antenati provenivano dall'Europa. La famiglia segue sempre i figli. La famiglia è ciò che di più importante ha un essere umano e quindi è fondamentale che rimanga unita".
Dare ai ragazzi troppi soldi li può rovinare, cosa pensi?
"In Argentina i calciatori, anche giovanissimi, hanno dei manager, mi sembra esagerato, ma è così. I giocatori minorenni non gestiscono il denaro e forse talvolta i loro genitori lo utilizzano in modo sbagliato. Oggigiorno mi preoccupa di più che in questa parte del mondo la maggior parte dei giovanissimi giocatori si affannino per aiutare le loro famiglie con problemi economici, a quell'età dovrebbero dedicarsi solo al gioco, il resto viene in seguito, di conseguenza. Ma spesso si caricano di problemi, pertanto quei ragazzi possono non avere un buon sviluppo emozionale".
Tanta visibilità televisiva li rende capricciosi, cosa ne pensi?
"É sempre lo stesso problema. Nessuno protegge il bambino, tutti lo desiderano, perché lui è un prodigio e questo significa un sacco di soldi e un sacco di vantaggi per molti. Perciò è assai importante la famiglia con i suoi valori. Il buon senso dei genitori può far capire ai ragazzi l'importanza del rispetto per gli altri, è la miglior espressione sociale che esista, è questo che permette alle persone di avere i piedi per terra".
Hai mai incontrato un ragazzo semplice e buono, che in seguito è diventato un grande campione, che si comporta con stile hollywoodiano, ignorandoti?
"Non mi è successo mai, ma ciò non significa che non possa accadere in futuro. Io cerco nella vita di essere rispettoso con gli altri e forse questo mi ha dato la possibilità di costruire ottimi rapporti con i miei allievi. Comunque tutte le persone non sono uguali ed il grande talento è spesso accompagnato da ambiti ed aspetti di vita estrema. Questo rende alcune situazioni più difficili di altre, ma credo nell'amore, è la forza più potente che esista in questa vita e cerco sempre di tenerlo presente in tutto quello che faccio: l'amore per la professione e per tutti i compagni di lavoro può portare a risultati straordinari".
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