Toccare il fondo dicono che serva per prendere la spinta per risollevarsi e tornare quantomeno alla normalità; speriamo che questo valga anche per l'Udinese, anche perché vedere il club bianconero figurare tra i bassifondi della classifica stonava un po'. Il calcio è imprevedibile, l'Udinese di più: quando pensavi di vincere a Empoli perdi, quando pensavi di perdere ieri a Udine vinci; tutto il contrario di tutto, anche perché in Toscana sono stati necessari 27 tiri per buttarla dentro (una volta) e ieri a Udine è bastato 1 solo tiro nello specchio per fermare la Roma (per di più senza Lasagna, bloccato da un infortunio che sembra coprire l'esclusione per scelta tecnica; forse però non bisognerebbe pensare sempre male...). Pradè ha detto che questa vittoria rappresenta un nuovo inizio: speriamo che sia davvero così, l'inizio di un periodo di risultati positivi; e che non sia l'ennesima nuova finta linfa che serve a far risollevare gli animi solamente per una manciata di partite. E' vero, i giocatori son sempre quelli, ma qualcosa a livello mentale è cambiato; grazie al nuovo allenatore? Si passa dal dare sempre la colpa al calendario al "voler sbranare l'avversario" a ogni partita, giudicate voi. Personalmente ho sottovalutato Nicola e c'è solo da fargli i complimenti; importante però è non volare troppo in alto, perché per migliorare c'è sempre tempo e i limiti non esistono. La società si è salvata in corner con questa mezza impresa, i tifosi invece percepiscono nuovamente l'aroma della salvezza. Poi se qualcuno vuole andare oltre al compitino stagionale, ben venga.

Aprendo una parentesi tecnica sulla gara, nel primo tempo l'Udinese gioca quasi sempre con la difesa a cinque; questo modulo viene solitamente adottato dalle squadre con la difesa a tre, che durante la fase di non possesso, arretrano gli esterni di centrocampo per avere delle gambe in più in difesa. E' esattamente quello che è successo all'Udinese durante la fase difensiva e di non possesso, che praticamente è durata un tempo intero. Al quarto d'ora era difficile solo immaginare l'Udinese in avanti, eppure... Restando alla prima frazione, possiamo riassumerla così: continuo possesso palla della Roma, ma grande fase difensiva dell'Udinese, abile nel chiudere tutti gli spazi; questo anche per dire che non è sempre un male stare chiusi dietro se sai gestire le situazioni. Per cinque minuti soltanto, tra il 25' e il 30', l'Udinese ha calcato, con l'intera squadra, la metà campo avversaria; sono arrivate a queste coordinate le due occasioni friulane: il colpo di testa di Pussetto e il tiro da fuori di Behrami, entrambi fuori. Per il resto possiamo parlare di un dominio romanista, che però si è basato solo sul possesso palla perché le occasioni sono state poche e non più di tanto pericolose: un tiro di El Shaarawy in apertura (parato) e, a ridosso del 40', i tiri di Nzonzi e di Kolarov (da punizione) entrambi gestiti da Musso. Primo tempo tattico e a reti bianche.

Nella seconda frazione le squadre sono rientrate con le stesse misure tattiche: Roma che fa la partita, Udinese che attende. Tant'è vero che un tiro di Kolarov dalla distanza al 53' sembra che debba mettere fine alle speranze udinesi (mancino potente a lato). Un minuto più tardi però, l'Udinese risponde: Samir la passa a Pussetto sulla trequarti dalla rimessa laterale (egregiamente sfruttata), l'argentino propone un pallone per De Paul di tacco e già solo fin qui l'azione è fantastica, intelligente; dicevamo, De Paul raccoglie, palla al piede supera la difesa avversaria senza fargliela vedere sulla sinistra e a tu per tu con Mirante ha la meglio perché lo supera insaccando alla sua sinistra. 1-0, tutto meravigliosamente bello. Poco dopo ci sono altre due occasioni, una per parte: prima Nzonzi mette a lato di poco, incredibilmente, di testa su un corner; poi a Pussetto viene annullato un gol tramite il VAR (correttamente) dopo che tutti stavano festeggiando il raddoppio. Dopo il gol annullato, la partita ha perso in tattica ed è diventata più difficile da gestire per l'arbitro, come ha ben detto ieri Carlo Longhi a Udinews TV. L'ultima mezzora infatti vede sei sostituzioni, più falli e più proteste, con in più l'infortunio riportato da Samir, sostituito al 70' da Pezzella. Gli ingressi di Dzeko e Under da una parte e di Machis dall'altra rinvigoriscono un po' il finale con delle occasioni da ambo le parti: prima il bosniaco della Roma prende una deviazione (vitale per l'Udinese) di testa, poi Machis si mangia un gol che avrebbe chiuso la gara. Termina comunque 1-0, con un'Udinese che è riuscita a rimanere sempre la stessa per tutti e 90'+7 minuti di gioco: aggressiva nel coprire gli spazi (non sugli uomini) e cinica sotto porta (un tiro, un gol).

Parlando dei singoli, Musso sta crescendo di partita in partita e bisogna ammettere che ha una marcia in più rispetto a Scuffet; ha compiuto delle parate decisive, anche se non difficili, infondendo sicurezza alla difesa. Reparto difensivo (considero la difesa a cinque, non a tre) molto organizzato ieri: benissimo i tre centrali, con in particolare Troost-Ekong e Nuytinck sempre puntuali all'appuntamento del contrasto. Stryger Larsen bene in difesa e poco in avanti per via della posizione; sugli esterni meglio Samir che Ter Avest, con l'olandese che ha sofferto di più El Shaarawy rispetto al brasiliano con Kluivert. A centrocampo Behrami il meno lucido, con Mandragora più libero di muoversi con lo svizzero in campo e con un Fofana che possiamo dire ritrovato, almeno osservando alcuni frangenti di gioco. Pussetto e De Paul invece rappresentano l'anima di questa Udinese, tutta argentina (comprendendo anche Musso): De Paul si è fatto perdonare, Pussetto ha ampi margini di miglioramento come punta. In difesa poi Pezzella ha trovato finalmente venti minuti per aumentare la fiducia e Machis invece si rivela essere sempre molto incisivo da subentrato (importantissimo nel dare una mano a ripartire al centrocampo, dopo alcuni palloni recuperati). D'Alessandro "senza voto".

Terminando questa analisi, si può dire che questa vittoria è un successo con cui si deve godere almeno fino a domenica sera. Sono arrivati tre punti vitali contro una Roma che ha sempre fatto fatica al rientro dalla sosta per le Nazionali (c'è da dirlo). Ottimo debutto di Nicola, devo ammettere che la mano dell'allenatore si vede in primis nella mentalità e poi nella tattica (comunque evidente). Difendere con le unghie, sin da subito, il pareggio è qualcosa che a non tutti può piacere; però è una tipologia di gioco utile a far demoralizzare l'avversario, che non trova il gol. Infatti così è stato, la Roma ha calato in un paio di minuti la guardia (con un centrocampo disattento, formato da Cristante e Nzonzi) e i bianconeri ne hanno approfittato. Mi auguro che questa Udinese, concreta, possa continuare a fare bene anche nelle prossime partite. Ho ascoltato e sentito un Nicola molto breve e diretto nelle interviste: il tempo sprecato in certi inutili discorsi è meglio impiegarlo direttamente sul campo. E allora basta parlare, buon lavoro e fuarce Udin!

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 25 novembre 2018 alle 08:00
Autore: Emanuele Calligaris / Twitter: @41ema56
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