La voglia di rivalsa dopo una stagione al di sotto delle aspettative da un lato, la consapevolezza che il salto in una grande squadra o arriva ora o rischia di non arrivare mai più. E' diviso a metà il futuro di Kevin Lasagna. A 27 anni qual è la scelta migliore? Restare a Udine, sposando a vita questi colori, o accettare l'offerta del Napoli?

Partiamo dall'Udinese. In Friuli, parola del nuovo direttore tecnico bianconero, su KL15 ci si vuole puntare ancora forte. E' a lui che il ditì, in cerca di nuove bandiere capaci di rappresentare e trasmettere ai nuovi arrivati il significato dell'udinesità, ha intenzione di affidarsi. Serve però un'operazione di rilancio, soprattutto dal punto di vista mentale. Nuovi stimoli sia personali ma anche di squadra per risollevarsi da una stagione vissuta nell'ombra. Perché quello appena conclusosi è stato per Lasagna, Nazionale a parte, un campionato difficile, un campionato che lo ha visto troppo spesso bersaglio prediletto della critica. Un ruolo penalizzante (Kevin, lo si è capito, non è una prima punta), la difficoltà a trovare la via del gol, sommati a qualche infortunio di troppo e a voci di mercato, provenienti sempre da sud, che non possono non essere una distrazione, hanno portato ad un rendimento altalenante. Ma non solo, quello che maggiormente ha influito è stata la mancanza, ad un certo punto della stagione, della determinazione. Il Lasagna visto quest'anno nella grinta, nella fame, non era affatto quello ammirato il primo anno. Per diventare leader, per caricarsi la squadra sulle spalle serve un atteggiamento diverso. Dovrà essere bravo Marino a convincerlo che Udine è ancora il posto giusto, che qui può recitare un ruolo da protagonista, che qui può diventare parte importante della storia bianconera. 

L'alternativa è Napoli, dove Giuntoli, suo padre putativo, lo vorrebbe già dalla passata stagione portare. Il salto, quel treno per una grande squadra, per la Champions, che passa una sola volta nella vita, la possibilità di essere allenato da Ancelotti e di lottare per vincere lo scudetto. Un'occasione unica, a 27 anni, nella piena maturità, probabilmente l'ultima. Ma a Napoli partirebbe molto indietro nelle gerarchie, sarebbe soltanto un'alternativa. Pavoletti prima, Inglese poi sono casi a cui Kevin non può non fare riferimento. Perché passare un campionato a guardare gli altri giocare non è cosa facile da mandare giù. Ovviamente con 1,5 milioni a stagione il boccone sarà sicuramente meno amaro, ma parliamo di calcio, giocato, e non di contratti, che ovviamente quando ci si avvicina ai trent'anni fanno la differenza. 

A lui la scelta, perché l'Udinese è sì pronta a trattenerlo con un ruolo importante, magari anche con un ritocco dell'ingaggio, ma allo stesso tempo, qualora manifestasse la volontà di essere ceduto e qualora arrivasse un'offerta adeguata non avrebbe nessun problema a sedersi al tavolo delle trattative. A Kevin allora resta da capire che vuole fare da grande.

 

 

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 18 giugno 2019 alle 11:36
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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