In quel di Udine l'aria si taglia con un coltello. I rapporti tra Guidolin e la società sono ai minimi storici e per la prima volta Gianpaolo Pozzo non difende Francesco Guidolin, dopo aver criticato persino i tifosi nel dopo gara del 23 febbraio con l'Atalanta per far da scudo al tecnico e alla squadra. Risulati che non arrivano, squadra spenta, svogliata e un allenantore che ancora non è stato in grado di dare la scossa all'ambiente. Tutto ciò ha fatto usare il pugno duro al Paròn che ha spedito tutti in ritiro, arrivando nella giornata di martedì ad un duro sfogo contro giocatori e tecnici per smuoverli a dare di più, già dalla prossima gara contro il Milan. In caso contrario cadranno molto teste. Guidolin, che aveva chiaramente manifestato il proprio dissenso alla decisione del patron di mandare in ritiro l'Udinese, ritenendo che non serva a molto tenere sotto sequestro i giocatori. Ora tutto tace, ma è un silenzio che fa rumore, dato che il patròn ora non difende più l'allenatore.

Il quale è sempre scuro in volto. Stressato, avvilito ed amareggiato, forse non più in grado di reggere il peso della sua carica. Tutto ciò è un segnale inequivocabile che nel rapporto tecnico-azionista di riferimento si è creata una frattura che potrà essere sanata solamente con un finale di stagione pirotecnico. È chiaro che il successo a spese del Milan spazzerebbe quasi tutte le nubi che si sono addensate all'orizzonte, ma la sconfitta, soprattutto se l'Udinese dovesse ancora deludere, potrebbe significare la crisi con tutte le conseguenze che ne deriverebbero, ovvero Guidolin potrebbe rimetterci il posto, con lui alcuni suoi collaboratori, senza contare che la squadra, che il turno successivo sarà impegnata a Roma contro i giallorossi, si ritroverebbe vicina alla zona rossa.  

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 06 marzo 2014 alle 08:00
Autore: Stefano Pontoni
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