Treviso è una bella squadra: senza Burnett e soprattutto l’oscuro lavoro di Lombardi perde molto della propria pericolosità offensiva, ma anche un ‘cicinìn’ d’attenzione in difesa. La vittoria di Udine, meritata, va vista anche rispettando le assenze dell’avversaria che ha avuto le proprie rotazioni menomate.

Perché questa premessa?

Perché quando Udine vinse, faticando, a Cagliari con due espulsi non ci attaccammo agli episodi; così dovrebbe fare chi reputo preparatissimo, forse anche un lusso per la serie A2, che invoca la moviola su un presunto fallo subìto in occasione della tripla-buzzer-beater di Trevis che chiude il primo tempo. A onor del vero ammette la buona partita di Udine, ma…

Ma lasciamo queste cose al calcio, a chi accusa la pioggia per le proprie sconfitte; teniamo il basket libero da polemiche sterili ed inutili. Oppure sì, parliamone: ma anche degli altri, nemmeno poi tanti, episodi accaduti (all’una ed all’altra squadra) come un tecnico a Cortese (che tra l’altro stava parlando con Uglietti).

Invece no.

Noi parliamo di due tifoserie commoventi per il loro attaccamento ai colori e l’incitamento continuo; quella dei Fioi dea Sud, per inciso, non secoli fa seguiva i biancoverdi trionfare in Italia ed Europa, vantava i migliori coach e i più forti giocatori, veniva agonisticamente temuta sui parquet di tutto il mondo e faceva tremare una formazione NBA (se non ricordo male) in un McDonalds Open. Tifoseria che si trova a dover ripartire da zero, da quei punti bassi da cui emerse a suo tempo la Liberti, ava meritevole della Benetton di cui sopra; il presente dice come abbia conteso la testa del rango alla Fortitudo, prima di due sconfitte di fila in coda al girone d’andata che ne hanno un pochino frustrato le velleità.

Parliamo della tifoseria udinese, capitanata dal Settore D, sempre trascinante che sia Treviso o (con tutto il rispetto) Cento, persino dopo un girone d’andata col 60% di vittorie, di un Carnera sempre pieno, della correttezza tra i supporter di uno sport bellissimo e a sua maniera unico.

Parliamo di due formazioni che si sono incontrate con grande correttezza, agonismo e rispetto, che si sarebbero potute arbitrare da sole (con migliori risultati) e l’unico rammarico di una squadra ospite menomata da assenze e qualche giocatore non al meglio della propria forma (Antonutti)

Il Basket Universo si classifica comunque seconda (22 punti, classifica avulsa favorevole contro Verona e Montegranaro, le altre due qualificate alle Final eight di coppa Italia assieme alla capolista Fortitudo) e incontrerà Latina nei quarti di finale per la conquista del trofeo.

A mente fredda dovremmo, tutti, ammettere come Treviso non abbia condotto mai, se non sul 7-6 iniziale. Rientrata un paio di volte, la De’ Longhi perde semplicemente perché tira col 43% dal campo (in particolare 20% da tre), prende solo 23 rimbalzi (11 meno della GSA) e nel complesso (al netto delle succitate assenze) ha tantissimo da Chillo e Tessitori, poco dal Cigno (6 punti col 33%) e quasi nulla da Wayns. Ecco: lui non era assente, ma chi vanta anche qualche gara coi Sixers in una serata come quella del Carnera non può limitarsi a fare il compitino. Neanche poi tanto bene.

Di conseguenza Udine vince con le armi che le riconoscevamo in pre-season a Gemona: punti da fuori (47% da tre), consistenza sotto le plance (34 rimbalzi, Riki Cortese ne ha raccolti 7), intensità difensiva.

Il fatto che chi vi scrive, durante la radiocronaca a due voci col direttore Pontoni, abbia temuto che la vittoria potesse scivolare via ha radici esclusivamente apotropaiche: troppe volte l’A.P.U. si è sgonfiata all’ultimo chilometro (ultimo episodio a Verona), e questo è costato tantissimo in termini di terreno sulle dirette concorrenti per i posti di vertice. Stasera ha tenuto botta e i risultati si sono visti.

Ha ragione, stavolta, coach Demis nella brevissima conferenza post-match che non abbiamo inteso ‘sporcare’ con domande: Udine ha vinto di intensità. Punto. Quella che avrebbe dovuto avere tutta l’avversaria, e non solo alcuni. Chillo ha fatto pentole e coperchi, Imbrò forzato troppi tiri ma solo per la generosità di cui parlavo prima della gara (inerente alcuni friulani); Uglietti ha giocato praticamente sempre, ma non è un giocatore che mi faccia sognare; come Alviti il quale, quando accoppiato a Cortese, non lo ha praticamente mai visto.

Treviso ingiudicabile, comunque: esattamente come Udine quando, nel recente passato, aveva Simpson scavigliato o Powell in panca per problemi fisici seri. Ma noi siamo più realisti del re e preferiamo infierire. Siamo fatti così.

MVP? Sarebbe facile dire Cortese, dato che stasera ha giocato Riccardo e non il gemello scarso. A me però ha impressionato Penna, specie quando (in un momento topico della gara) ha messo due tiri pesanti, anzi pesantissimi ed ha sfruttato un blocco lanciandosi a canestro e guadagnando due punti e fallo di Wayns (peccato per il libero sbagliato, unico neo al tiro di Lollo).

Udine ha vinto (in casa, e non è una sorpresa) la prima gara contro pari grado in questo torneo. Da dire che tutti gli scontri diretti saranno disputati, d’ora in poi, al Carnera tranne il viaggio a Montegranaro. Ma la GSA dovrà iniziare a comandare anche lontano da Rizzi, cominciando da Mantova degli ex Rain e Tommy, dove si scenderà immediatamente dopo la prima del girone di ritorno, ancora in casa contro Imola. All’andata i non-pronosticati Rossi, Magrini e Simioni punirono duramente la GSA trainata da un sontuoso Chris; Udine condusse per 22’, poi lasciò campo ed onori all’avversaria non riuscendo a rimontare dal 54-68 del 35’.

Sono stato ascoltato: stasera la GSA, se parliamo di trascinatori, ha fatto match pari con il pubblico. Tutto, come ho detto: i Fioi stasera meritano più della loro squadra, intesa come giocatori e staff. Hanno forza e mezzi per risalire, ed alle F8 di coppa tiferemo per loro.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 07 gennaio 2019 alle 07:01
Autore: Franco Canciani
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