In una lunghissima intervista concessa al sito ufficiale della Fifa, il capitano dell'Udinese Totò Di Natale ha parlato a 360 gradi del suo matrimonio con la società friulana, del suo rapporto con Cesare Prandelli, delle aspettative per il futuro e dei momenti più belli vissuti con la casacca bianconera e con quella della Nazionale.

LONGEVITA' - "Penso che sia solo una questione di aver avuto un approccio serio con il lavoro, allenandomi sempre bene e rispettando lo stile di vita di un atleta di alto livello".

RUOLO DA CENTRAVANTI - "Sono passati cinque anni da quando ho iniziato a giocare più vicino alla porta, forse perchè non riesco a correre più di tanto! Scherzi a parte, però, è ovvio che giocatore come centravanti, con l'aiuto di tutta la squadra, mi ha permesso di essere più cinico e lucido sotto porta. Non c'è dubbio che questo mi ha aiutato a segnare così tanti gol nelle ultime stagioni".

PARTNER IDEALE - "Ho avuto la fortuna di giocare con molti campioni veri. Ma se dovessi citare un nome, dovrei dire Alexis Sanchez. Quello che abbiamo fatto insieme all'Udinese in due stagioni è stato incredibile. Detto questo, prendete nota del nome di Luis Muriel. Ha tutte le qualità necessarie per diventare un fenomeno".

RIMPIANTI? ASSOLUTAMENTE NO - "Se mi guardo indietro, sono felice e soddisfatto di quello che ho fatto. Ho vinto il titolo di capocannoniere in Serie A per due volte, ho segnato più di 150 gol nella massima divisione, indossato la casacca dell'Italia 40 volte e ho avuto l'onore di mettere la maglia numero 10. Ho giocato due Europei e una Coppa del Mondo. Sono contento della mia carriera e non ho rimpianti".

UDINE COME SECONDA CASA - "Quello che ho fatto all'Udinese passerà alla storia del club. Io non lo vedo come qualcosa di insignificante. La verità è che ho trovato la mia casa naturale in Friuli e non ho mai pensato di lasciare una squadra, una società e una famiglia (Pozzo) che mi hanno adottato come un figlio. Se ho mai sognato di giocare a Napoli? Mi manca Napoli, perchè sono orgoglioso di essere un napoletano. Ma Udine è come una seconda casa per me. Mi sento davvero molto bene qui e sento il calore della gente. Quando la Juventus mi ha contattato, ho detto al presidente che volevo restare qui. Mi piacerebbe chiudere a Udine la carriera . Non c'è troppa pressione a Udine, si può perdere un paio di partite e continuare a lavorare in pace. I risultati parlano chiaro del resto. Tutti fanno bene il loro lavoro: i giocatori, l'allenatore e il club".

NAZIONALE - "Sono molto orgoglioso di quello che sono riuscito a raggiungere con la squadra azzurra. Ho un ottimo rapporto con Cesare Prandelli. Ho un sacco di rispetto per lui e credo che stia facendo un buon lavoro. Non sarò mai in grado di ringraziarlo abbastanza per quello che mi ha concesso, ma dopo l'Europeo ha deciso di dare un nuovo inizio basato su giocatori giovani. Se mai avesse bisogno di me, però, io sono qui. Non potrò mai dire di no alla Nazionale".

GLI AVVERSARI PIU' FORTI - "Per gli attaccanti dico Francesco Totti, Alessandro Del Piero e Zlatan Ibrahimovic. In termini di difensori, colui che mi ha contrastato meglio è stato Ivan Cordoba dell'Inter. Era veloce come me e non riuscivo a scrollarmelo di dosso".

IL GOL PIU' IMPORTANTE - "Quello contro la Spagna a Euro 2012 è stato il più bello e il più importante, quello che mi ha permesso di recuperare quel terribile rigore sbagliato contro la stessa squadra quattro anni prima".

PER QUANTO SI GIOCA ANCORA? - "Per tutto il tempo che sento di divertirmi e il mio corpo mi fa andare avanti, per tutto il tempo che sento di poter affrontare lo stress".

IL FUTURO - "Sarei felice di continuare come allenatore nelle squadre giovanili. I giovani giocatori mi fanno sentire giovane e mi piacerebbe dare loro qualcosa della mia esperienza".

 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 10 giugno 2013 alle 10:00
Autore: Mirko Fusi
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