Ultima conferenza stampa della stagione 2016/2017 per Luigi Delneri, prima della trasferta di Milano contro l'Inter. Ecco le sue parole.
Si vuole chiudere con una vittoria?

"Indipendentemente da quello che farà la Sampdoria prima di noi, dobbiamo giocare bene e provare a vincere. Pensiamo ancora a questo decimo posto, ma in ogni caso i ragazzi sanno che la partita è importante a prescindere, perché giochiamo su un palcoscenico importantissimo. Chi avrà giocato meno, avrà la possibilità di mettersi in mostra".

Rientra Widmer. Come sta?

"Sta bene. E se sta bene, gioca tutta la partita. Abbiamo ancora del tempo per valutare la condizione del ragazzo. Lui e Gabriel Silva possono anche giocare insieme, visto che la difesa, a parte la squalifica di Danilo, è l'unico reparto in cui ho davvero abbondanza di scelta. E valuterò bene quello che sarà l'assetto ideale per arginare le qualità dell'attacco dellìInter. I nostri obiettivi di base li abbiamo raggiunti in maniera anche convincente. Potevamo magari avere qualcosa in più, anche se ci sta in una stagione fallire qualche appuntamento. I ragazzi hanno comunque fatto un campionato di livello, affrontando quasi sempre il campionato a testa alta, con grande convinzione e senso di appartenenza. Sappiamo che loro vorranno riscattarsi; sono carichi, con giocatori che stanno trovando spazio, come Andreolli ed Eder, che hanno fatto bene nelle ultime".

Matos gioca al posto di De Paul?

"Sì. Per caratteristiche è il sostituto più logico".

All'andata il picco più alto di prestazione. Quella partita ha pesato dal punto di vista psicologico?

"Può darsi. Ma se è successo, è un fattore su cui dovremo crescere. La sconfitta può starci anche quando giochi bene. Alcuni colpi non sono stati assorbiti bene in quel periodo lì, in cui sono state scritte e dette anche cose non esatte, nell'analisi delle sconfitte contro Inter e Roma. Combattere con le grandi era un buon segnale per noi, invece si andavano a svilire le qualità delle squadre avversarie".

Ritorno peggiore dell'andata, ma ci sono molte scusanti, come la forma di Thereau e gli infortuni.

"Abbiamo fatto bene soprattutto alla luce delle assenze pesanti di Samir e Fofana, due giocatori di spessore. Anche non avere Perica nelle ultime giornate non è stata una cosa semplice da metabolizzare, perché ti fa diminuire le alternative. I ragazzi che hanno rimpiazzato gli infortunati hanno comunque fatto bene dando il massimo. Hanno creato un gruppo solido e credibile, e i risultati si sono visti in campo".

Il pari contro la Samp ha lasciato strascichi negativi?

"Chiudere con questi 6 risultati utili interni ci ha fatto bene. Il pareggio di domenica non penso che abbia lasciato strascichi. Certo in classifica ci ha messo spalle al muro per il decimo posto, ma non credo che la partita di domenica possa aver lasciato strascichi negativi, proprio perché la prestazione è stata buona e non abbiamo lasciato nulla di intentato".

Qual è lo specchio della bontà del suo lavoro?

"La crescita di De Paul penso sia lo specchio del nostro buon lavoro e delle buone possibilità future di questo gruppo. Noi tendiamo all'idea di gioco del Napoli, imparando da quello che fanno i loro esterni, sacrificandosi e poi dando ampiezza in possesso palla, senza mai perdere qualità e propositività. Domenica scorsa mi è piaciuto molto il nostro primo tempo e dobbiamo ripartire da quello spirito".

Mancherà Zapata a questa Udinese qualora, come si dice, andasse via?

"C'è un discorso pregresso tra le società, e chiaramente non dipende dalla volontà della nostra società. Se Zapata, come sembra, andrà via, spero che gli sia stato d'aiuto questo biennio qui. Penso che nel gruppo lui è stato sempre regolare, e che tutta questa esperienza gli abbia insegnato qualcosa. Ma sono sicuro che tutti i ragazzi abbiano imparato la lezione che la mentalità e il gruppo fanno tutta la differenza del mondo. Un'unione di intenti porta sempre a ottimi risultati".

Vuole festeggiare con una vittoria la 400.a panchina in A?

"Vincere sarebbe un bel regalo. Vuol dire che sono vecchio (ride, ndr). E' un traguardo importante per me, anche se non dimentico tutte le esperienze che mi hanno portato qui, dall'Interregionale ai campi in terra battuta in cui dovevo annaffiare prima dell'allenamento con la pompa. La mia storia insegna che non bisogna mai mollare e tenere sempre duro. 400  panchine in A sono tante, ma speriamo che ce ne saranno altre. La firma è sempre solo l'ultima cosa da fare".
 

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 27 maggio 2017 alle 12:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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