Si è rotto qualcosa tra Francesco Guidolin e la città di Udine? Una domanda difficile da rispondere, ma che da qualche giorni si stanno facendo in tanti: tifosi e addetti ai lavori sono molto preoccupati della situazione che si è venuta a creare intorno al tecnico di Castelfranco Veneto, che martedì aveva lasciato intendere, che il rapporto con la piazza stava scemando.  Gianpaolo Pozzo, da navigato nocchiero,si è premurato di dichiarare pubblicamente tutta la stima che nutre la società nei confronti di Guidolin: "Con noi arriverà a 300 vittorie in A". Dichiarazioni di facciata, o comunque per dare e far sentire più fiducia al tecnico veneto. Spunta però un precedente. 

Nell’aprile di dieci anni fa, Guidolin, allenatore del Bologna, si beccò i fischi del pubblico per un cambio Locatelli-Signori,  e una volta segnato il gol del raddoppio, contro la Juventus, si lasciò scappare: "Città di m...". Fu la fine della sua avventura bolognese. Il giorno dopo si scusò ma la gente non dimentica in questi casi. Così come Guidolin non riesce proprio a dimenticare l’orgoglio quando una tribuna fischia o "mugugna". Martedì non ci sono state reazioni di questo tipo, ma la situazione appare molto simile a quello che è accaduto con Maicosuel.

La sensazione è che Guidolin, dopo aver sorpassato il muro dei 200 punti in tre anni, dopo aver collezionato un quarto, un terzo e un quinto posto, Guidolin si sente con le spalle al muro. Ma i tifosi dell'Udinese non chiedono miracoli alla squadra: si può passare anche attraverso le sconfitte, l'importante è che si vedano in campo undici ghepardi pronti ad azzannare la preda, combattere per la maglia, indipendentemente dal risultato. I tifosi vogliono questo spirito di squadra, e tocca al Guido ritrovare la vecchia passione e caricare i suoi. Questa è l'unica cosa che conta.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 27 settembre 2013 alle 08:20 / Fonte: Il Messaggero Veneto
Autore: Marco Grillo
vedi letture
Print