Doveva essere l'annata della sua consacrazione dopo una buona stagione, dove in certi mesi aveva fatto vedere veramente grandissime cose, e invece si sta rivelando un periodo veramente tribolato per Antonin Barak. Il ceco l'anno scorso era un titolare inamovibile, troppo importanti le sue caratteristiche: corsa, fisicità, conoscenza tattica e un sinistro pericolosissimo, che lo hanno portato a segnare sette reti e a fornire quattro assist. Numeri importanti per un esordiente in Serie A e un numero di gol da attaccante, fondamentali per la salvezza finale dei bianconeri.

Quest'anno doveva essere al centro del progetto. Era stato pensato in estate come trequartista nel 4-2-3-1, ruolo a cui in Repubblica Ceca era abituato. Un problema muscolare però lo ha messo fuori causa subito dopo la prima giornata e contemporaneamente Velazquez ha cambiato modulo, dando più importanza in avanti a De Paul e pensando un centrocampo muscolare con Fofana, Mandragora e Behrami. Lo spazio dunque si è ridotto e da titolare Tony si è improvvisamente ritrovato rincalzo. Con il passaggio al 3-5-2 è arrivato un minutaggio più consistente, ma tempo due partite e a bloccarlo stavolta è la lombalgia. Adesso, a poco più di un mese dall'infortunio, emerso nel riscaldamento della sfida contro il Milan, dove era stato messo come titolare, sta tornando ad allenarsi a pieno regime. Quindi per il trittico di sfide di fino anno, quelle famose partite contro avversari sulla carta alla pari, Nicola avrà finalmente a disposizione Barak.

Visto il suo grande talento, non sfruttarlo, se in forma accettabile, sarebbe assurdo. Però chi potrebbe fargli posto? Behrami si è dimostrato più volte indispensabile,  Mandragora play ancora non è in grado di garantire novanta minuti d'alto livello, mentre da mezzala riesce almeno a provare qualche inserimento e comunque, quando si tratta di scaricare il pallone, è quasi sempre pulito. Nel terzetto dunque l'elemento di cui si potrebbe fare a meno è sicuramente Fofana. L'ivoriano era partito bene, con due partite contro Parma e Sampdoria di spessore, poi è tornato nella sua solita mediocrità. Cosa se vogliamo anche strana, visto che i mezzi per fare la differenza li avrebbe anche, ma più partite passano più l'ex Manchester City sta diventando approssimativo. I suoi tiri da fuori area non si vedono più, così come i suoi strappi, incalcolabile la quantità di passaggi sbagliati, così come sono diversi i lisci in campo (ultimo quello contro l'Atalanta, in cui, insieme a Troost-Ekong e Mandragora, ha spalancato la porta a Duvàn Zapata). Ha centrato il palo del possibile pareggio domenica scorsa, ma una sola giocata in novanta minuti non può essere considerata sufficiente. Corre tanto, ma lo fa male, senza mai incidere. Forse dunque un periodo per rifiatare in favore del ritorno di Barak potrebbe non essere un'idea assurda.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 13 dicembre 2018 alle 08:00
Autore: Davide Marchiol
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