L’augurio che rivolge a se stesso Pippo Inzaghi preoccupa quasi quanto la disarmante prova contro il Palermo. "Spero che la sconfitta non intacchi le convinzioni dei miei giocatori". Quelle dei tifosi, invece, sono già crollate. Forse lo erano ancor prima che l’arbitro fischiasse la fine della partita e dagli spalti, curva compresa, piovessero fischi e insulti a sancire, più che altro, la fine della lune di miele con il tecnico. Al 44’ del primo tempo Mattia De Sciglio ha sparato il pallone in tribuna da buona posizione e la gente, la sua gente, non ha avuto pietà. Ecco, in quel momento si è avuta la sensazione del "distacco", avvalorata nel secondo tempo dai brusii per i ghirigori di Menez che teneva palla qualche secondo e puntualmente (è capitato 27 volte) la perdeva. Il Milan ha perso la partita, il pubblico ha perso la pazienza, Inzaghi ha perso la bussola: "Alla squadra è mancata la reazione: ora non so dire perché, dalla panchina si capisce poco. Ma mi sono reso conto dal campo che non ne aveva la forza".

Toda Joya, inequivocabile bruttezza. La Joya, il gioiello, è Paulo Dybala, attaccante del Palermo che si prende la scena e gli applausi di un San Siro che per il resto è costretto soprattutto a fischiare. Il Milan perde la sua seconda partita stagionale e la striscia positiva di Inzaghi (2 vittorie e 4 pari) si ferma nel momento tutto sommato più atteso: con Fiorentina e Cagliari le avvisaglie di una pericolosa involuzione c’erano già state. Finisce 2-0 per i siciliani che con lo stesso punteggio avevano battuto i rossoneri in trasferta le altre due volte nella loro storia. Ma a Iachini interessano soprattutto il secondo successo consecutivo in campionato dopo quello con il Chievo e il balzo a quota 12 in classifica, a +6 sulla terzultima.

ZAPATA HORROR La scena madre della partita è il goffo autogol di Zapata che sblocca il risultato al 23’: entrato al posto dell’infortunato Alex dopo appena 3 minuti, il colombiano non ha avversari nelle sue immediate vicinanze sul corner di Dybala, eppure colpisce di testa indirizzando il pallone nella sua porta. A quel punto va in tilt: non c’è quando Dybala spreca davanti a Diego Lopez sull’assist di Bolzoni (25’), c’è un minuto più tardi ma si fa superare nell’uno contro uno ancora da Dybala che stavolta non perdona.

LIMITI Le palle inattive e una difesa capace di subire 14 gol in 10 partite sono sicuramente un limite: mai, del resto, nell’era Berlusconi il Milan aveva incassato almeno una rete in 9 delle prime 10 giornate di campionato. Ma il problema, per Inzaghi, è che non è l’unico. Lui ha provato a dare l’iniezione di qualità schierando Saponara titolare al posto dello squalificato Muntari e dell'infortunato Bonaventura, a 194 giorni dalla sua ultima presenza in campionato. Ma non ne ha ottenuta granché. Per venti minuti Menez si è dato da fare regalando un pallone d’oro sprecato da Poli, conquistando una punizione sui cui sviluppi Torres ha sfiorato il palo e provandoci lui stesso dal limite. Poi è diventato via via irritante, beccandosi spesso i fischi del pubblico. Il dato delle palle perse (27!) la dice lunga sulla sua partita. Gli altri, comunque, non hanno fatto molto meglio, mentre il Palermo si godeva anche il ritrovato Maresca. Prima presenza da titolare (al posto dello squalificato Rigoni), poco fiato, ma ancora tanta qualità per gestire palloni e persino recuperarne finché le energie lo hanno sorretto.

REAZIONE NULLA Entusiasmo era stata la parola chiave di questo inizio stagione del Milan. Nessuno si illudeva che potesse bastare, ma stavolta è mancata anche la reazione che per tre volte (Empoli, Cesena e Cagliari) aveva permesso alla squadra di recuperare da una situazione di svantaggio. Diego Lopez ha evitato il 3-0 poco prima dell’intervallo su una sventola di Barreto, Sorrentino non è stato mai impegnato. Inzaghi ha cambiato anche due volte modulo passando al 4-2-3-1 con l’ingresso di El Shaarawy al posto di Poli (e arretrando Saponara a centrocampo) subito dopo l’intervallo, poi al 4-1-3-2 con Pazzini al posto di un abulico Honda a metà ripresa. Tentativi a effetto zero. Come i gol del Milan in una notte stregata. Come se fosse ancora Halloween. Solo che non c’è nulla da festeggiare.

Sezione: Notizie / Data: Lun 03 novembre 2014 alle 08:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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