Quando si parla di del calcio belga, subito vengono in mente grandissimi giovani talenti. Massimo Sarcì, collaboratore del direttore del settore giovanile dell’Anderlecht John Kindermars in un intervista rilasciata a Gianlucadimarzio.com racconta la storia di alcuni dei grandi talenti che si sono formati proprio in Belgio.

Storie particolari, come quella dell’Hazard tifoso…
“Esatto. Il papà di Hazard ancora oggi ha l’appartamento a 250 metri dallo stadio di Anderlecht. Eden è un giovane marocchino trapiantato in Belgio dal nonno. Tifa da sempre Anderlecht. E’ cresciuto fino ad arrivare al primo anno degli Allievi, quando è arrivato il Lille offrendo un contratto faraonico. Non si poteva dire di no. Ma lui quando può indossa la sciarpa e va in curva a tifare per l’Anderlecht. La sua famiglia è fidelizzata, tutti abbonati”.

In Italia quest’anno è arrivato Jaadi. Che calciatore è?
“Jaadi è un calciatore cresciuto interamente nell’Anderlecht. E’ arrivato dal Bruxelles, è vero. Ma lui – di origine marocchina – è arrivato da noi molto piccolo. E’ un calciatore brevilineo che non ha grandi doti muscolari, ma tecniche e di rapidità. Se Mertens e Jaadi fossero cresciuti in paesi diversi dal Belgio avrebbero avuto difficoltà nell’esprimersi in Italia. In alcuni paesi, anche il nostro visto che io sono italiano, in certi momenti storici si privilegia il fisico e non la tecnica. Mertens ha avuto un adattamento semplice perché chi sa giocare a calcio può giocare ovunque. E lo stesso sarà per Jaadi”.

Lei ha avuto un rapporto particolare anche con Lukaku
“Lukaku è meno attaccato al territorio belga rispetto ad Hazard, ma è venuto fuori da una scuola calcio che ho diretto in un comune di Bruxelles. L’ho visto molto piccolo, ad 11-12 anni. Aveva un grande fisico, ma non veniva preso fondamentalmente proprio per quello. Hazard invece è stato atteso. Lukaku aveva un grande fisico, dal punto di vista coordinativo aveva dei problemi. All’età di undici anni era già alto oltre 1.70 m. Lui è sempre stato preso dal lavoro. Poi è arrivato all’Anderlecht, dopo due mesi non si trovava bene. Lo abbiamo convinto e poi è diventato il Lukaku che tutti conoscete…”.

Tutti i riflettori sono puntati sul Belgio. In cosa deve crescere ancora l’Italia?
“I parametri di valutazione sono diversi, si guarda e avviene una valorizzazione soprattutto legata al talento. E poi c’è un discorso legato al patrimonio speso per il settore giovanile. Pensate che l’Anderlecht spende circa 7 milioni di euro sui 40 di fatturato per il settore giovanile. Non credo che in Italia avvenga una cosa del genere”. Apprendere e crescere, per diventare nuovamente il punto di riferimento in Europa e nel mondo.

 

Sezione: Notizie / Data: Ven 31 ottobre 2014 alle 12:30
Autore: Ivan Cagnucci
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