Claudio Ranieri al termine della gara dell'Olimpico avrebbe parlato così in conerenza stampa alle domande dei giornalisti:

“Schick e Džeko? Non è stata pretattica, avevo pensato di giocare con Pellegrini dall’inizio, ma quando faccio i conti la sera prima vado a pesare quanto può giocare un giocatore. Sapevo che Daniele non poteva tenere tutti i 90’, si è immolato per farci fare gol. Se lo metto dall’inizio non posso metterlo più indietro. Ho dovuto mettere le due punte. Ci è mancato un uomo di raccordo, oltre a schermare il centrocampista basso gioca a 1-2 tocchi e cambia l’azione da difensiva in offensiva. Perché Schick fuori all’intervallo? Non avevo fatto giocare Džeko a Genova perché si era allenato poco, oggi aveva fatto la settimana completa. È il goleador principe, scelgo lui perché non è possibile che uno come lui sia sottomedia. Ci sta un anno meno prolifico, ma se lui ci regalerà soddisfazioni abbiamo più possibilità per arrivare dove stiamo lottando per arrivare. Se sto nella testa dei giocatori? Credo mi stimino e vogliano fare quello che chiedo loro. Vorrei di più, non sono mai contento. Ma va bene così. Ci sono caratteristiche particolari, loro erano abituati al 4-3-3, ho cambiato il modo di pensare degli esterni, alcuni non sono abituati. Ci riuscirò pian piano. Udinese calata con la pioggia? Credo che l’Udinese ci abbia messo in difficoltà nei primi 5-7 minuti, avevamo parlato molto del contropiede. Dovevamo essere pazienti, girando palla più velocemente di quanto fatto. Il palo è stata più una mischia gigantesca che altro. Sapevo che sarebbe stata una gara difficile. Avevo detto di essere intelligenti e non generosi, per non farci infilare in contropiede. C’è da dire che il gol è nato su una grande invenzione di El Shaarawy. Cosa consiglierei a De Rossi? Sono situazioni particolari, dipende da quello che si sente dentro. Dire basta è molto difficile, perché quando sei giovane ami il tuo lavoro ma più vai avanti e più ti secca lasciare. Come passi i 30 cominci a pensare a quanti anni ti rimangono e questo distacco ti porta a lavorare di più e meglio. Quello che vorrà fare Daniele lo farà bene. Lavoro psicologico? Credo che siano i risultati a parlare. La squadra vuole lottare per raggiungere la Champions League, standone fuori c’è nervosismo. I risultati aiutano a essere più distesi e uniti, anche durante gli allenamenti. Lavoro sotto ogni aspetto, portando la squadra a fare quello che voglio io. Si stanno sacrificando per fare quello che voglio io, lo faranno sempre meglio. Jesus e Marcano? Uno giocava fuori ruolo, un piede sinistro messo a scendere a destra, era preoccupato. Ivan dall’altra parte ha fatto molto bene, essendo un sinistro. Ha fatto una gran partita”.

Sezione: Notizie / Data: Sab 13 aprile 2019 alle 20:51
Autore: Francesco Paissan
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