Giampiero Pinzi, ex giocatore ed ex centrocampista dell'Udinese (2000-2015; dal 2008 al 2010 il prestito al ChievoVerona), ha rilasciato delle dichiarazioni sulla sua nuova vita da aspirante allenatore: "Si ricomincia daccapo: difficile, perché comunque fare l'allenatore è molto diverso dal giocare a calcio e ti devi spogliare un po' dei panni che hai indossato. Devi essere una persona umile, sempre pronta ad ascoltare anche l'allenatore dei dilettanti perché può insegnarti qualcosa. Intanto ho riaperto i libri e si studia, come quando andavo a scuola: ho tanta voglia di imparare, quello sicuramente; è un po' impegnativo perché dalla mattina che vengo qui al campo fino a quando torno a casa verso mezzanotte... perché comunque il corso si svolge a Trieste; però dai, c'è tanta voglia, c'è la voglia di imparare. Il percorso è questo".

Sulla sua carriera: "Le mie caratteristiche erano quelle di mordere le caviglie; poi, nel caso, anche riuscire a fare qualche giocata (sorride, ndr). Poi, mi veniva spontaneo lottare su ogni palla. Queste sono cose che penso che ogni squadra debba avere, soprattutto una squadra che, come la nostra, deve salvarsi, che sta lottando per la salvezza; penso che i ragazzi sappiamo che il momento è difficile, ma siamo consapevoli che stiamo lavorando bene in allenamento".

Su Tudor e sulla stagione dell'Udinese: "Il mister ha dato un'impronta diversa, anche come approccio agli allenamenti: in campo vuole una squadra guerriera. Aveva pochissimi giorni a disposizione con tante gare ravvicinate: abbiamo fatto un buon lavoro penso, anche se fino adesso non abbiamo fatto nulla, appunto perché mancano queste tre partite, queste tre finali; è chiaro che per l'Udinese diventano vitali. Si va ad affrontare una partita alla volta, consapevoli delle difficoltà anche di affrontare una squadra già retrocessa come il Frosinone; anzi, più difficoltà ci sono quando si affrontano queste squadre. Giocare come abbiamo giocato l'ultima partita, con quella voglia e con quella grinta, aiutando ogni compagno in difficoltà, è fondamentale. Poi, la qualità dei singoli uscirà dopo, dopo aver messo in campo queste caratteristiche".

Su Handanovič e su Musso: "Ho visto Samir: è sempre un piacere, Samir è una persona eccezionale, oltre ad essere uno dei migliori portieri nel mondo. Con lui ho ricordi bellissimi: lui è più piccolo, ma siamo cresciuti insieme qui all'Udinese. A fine gara gli ho detto che il nostro portiere mi ricorda un po' lui: ne deve fare di strada, deve migliorare, ma penso che sia un ottimo portiere e soprattutto, come Samir, una grande persona".

Sui cori a lui dedicati sabato, durante Udinese-Inter (0-0): "Sicuramente fa un grandissimo piacere, sono contentissimo: questo è un rapporto che nessuno mai potrà cancellare tra me e i tifosi dell'Udinese. C'è questo amore che nessuno mai potrà scalfire: sono veramente grato a loro, è da quando sono arrivato, nel 2000, che mi hanno sempre sostenuto e amato. All'inizio c'era un po' di emozione: ritornare a casa per me è stata una gioia inaspettata, sicuramente devo ringraziare la famiglia Pozzo che mi ha dato questa opportunità. Da parte mia ho cercato di trasmettere quei valori che ho sempre cercato di dare da giocatore: attaccamento alla maglia e dare il 100%; questo penso sia l'obiettivo primario e principale che mi sono posto, sapendo che quando scendi in campo dietro hai sempre un popolo che ti sostiene e che vuole che tu dia, come minimo, il 100%".

Sezione: Notizie / Data: Mar 07 maggio 2019 alle 16:00 / Fonte: udinese.it
Autore: Emanuele Calligaris / Twitter: @41ema56
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