Rolando Mandragora ha rilasciato quest'oggi una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Queste alcune delle sue parole:

"Domenica non sarà una partita come le altre: al Genoa sono diventato un giocatore professionista, torno lì sempre con grande piacere. Ma ora sono un giocatore dell’Udinese e devo pensare a fare il bene per il mio club. Cos'è cambiato in me rispetto al Mandragora di Genova? Molto. Ho preso consapevolezza dei miei limiti e pian piano sto cercando di farli diventare i miei punti di forza. Quando ho esordito ero una ragazzino. Ora sono cresciuto e sono aumentate anche le responsabilità. Quello che è rimasto del “vecchio” Mandragora è certamente la voglia di migliorarmi sempre e di continuare a mettermi a disposizione dei compagni e del mister".

 "L'Europeo Under 21 in casa? Un’emozione incredibile, ogni volta che vesto la maglia azzurra penso a come sarà ascoltare l’inno prima di gare così importanti davanti al nostro pubblico che mi auguro ci supporterà per tutta la manifestazione, magari fino in fondo. Abbiamo un girone difficile ma credo che per il lavoro che stiamo portando avanti possiamo dare del filo da torcere a tutti. Già indossare la maglia numero 10 dell’Italia è qualcosa di straordinario, farlo con la fascia al braccio assume una valenza maggiore, soprattutto in termini di responsabilità. Essere capitano non è soltanto scambiarsi i gagliardetti con l’avversario, significa comportarsi da capitano, gestire i momenti di difficoltà e di entusiasmo". 

 

Sezione: Notizie / Data: Ven 29 marzo 2019 alle 10:00
Autore: Jessy Specogna
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