Luca Toni, a distanza di un anno, ritrova i rossoneri al Bentegodi, dopo il 2-1 dell’agosto 2013 firmato proprio da una sua doppietta. In panchina, dall’altra parte, Filippo Inzaghi, compagno al Mondiale 2006. Pippo è avvertito, Toni avvisa il Milan. Iniziando dai ricordi di quel Verona-Milan 2-1, in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera: “E come faccio a dimenticarlo? Verona-Milan 2-1, doppietta mia, il modo migliore per presentarmi ai tifosi del Verona che mi avevano accolto, e non solo loro, con un po’ di scetticismo. Ma quella gara fu importante per l’ambiente. Il Verona ritrovava la Serie A dopo undici anni e partire con il piede giusto ci aiutò a capire che potevamo giocarcela con tutti, che nel mazzo ci potevamo stare benissimo“. Domenica ci risiamo: “Sarà una bella sfida. Affrontiamo il Milan a pari punti e questo significa che fino ad ora il Verona ha fatto qualcosa di positivo. Sarà difficile, perché quella rossonera è una squadra destinata a un’altra classifica. Ma giochiamo in casa, e con il nostro pubblico che ci spinge non abbiamo paura di nessuno. Ce la giochiamo con tutti“. Il Milan superiore? “Come caratura tecnica direi di sì. Noi siamo partiti bene, siamo più tosti e fisici rispetto alla scorsa stagione. Facciamo meno gol, ma ne subiamo pochi. C’è più equilibrio fra i reparti, e in qualche partita ci è andata pure bene. Ripeto, la nostra arma in più è l’entusiasmo“. La prima volta da avversari, con Inzaghi in panchina… “Con Pippo ho vinto un Mondiale in Germania e ho condiviso anche il procuratore (Tullio Tinti, ndr).

Ci siamo sentiti di recente al telefono. E’ molto motivato, so che sta lavorando tanto e che è consapevole del fatto che è dura ripartire quasi da zero in un club di grandi tradizioni come il Milan. Però domenica un dispiacere mi piacerebbe proprio darglielo. Poi gli auguro di fare il meglio possibile”. A fine anno? Smette davvero? “Sono 2-3 anni che lo ripeto e poi non ci riesco. Certo, se facciamo una grande stagione e segno una valanga di gol magari ci ripenso un’altra volta…”. Obiettivi? “Vorrei sfondare il muro dei 300 gol tra i prof. Me ne mancano 4, se non li facessi sarebbe un dramma…E’ presto per sapere dove potrà arrivare questo Verona. Diciamo che le prossime cinque gare potranno dirci qualcosa di più preciso, aiutarci a capire meglio chi siamo”. E Marquez? “Al di là delle doti del giocatore, è l’uomo che si fa apprezzare. Ha vinto tutto, potrebbe tirarsela…e invece: mai un lamento. E’ un esempio. E i giovani dovrebbero imparare da gente come lui“. Il futuro? “Rimanere nel mondo del calcio, insegnare i miei ideali. Potrei fare il procuratore o il direttore di qualche club. Dipende dalle proposte e dall’entusiasmo che avrò nell’affrontare una nuova dimensione. Il tutto partendo da un presupposto: voglio avere più tempo da dedicare alla mia famiglia, voglio crescere i miei figli“.

Sezione: Notizie / Data: Gio 16 ottobre 2014 alle 14:00
Autore: Ivan Cagnucci
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