Ritorno in quella che per anni è stata la sua "casa" per la leggenda bianconera Martin Jorgensen. il danese è stato protagonista del prepartita con l’Hellas Verona, un'emozione che ha raccontato ai microfoni della tv del club: “Mancavo qui da tanti anni, non ero mai stato nel nuovo stadio ma è sempre come tornare a casa. Mi sono sentito bene ieri sera, peccato solo per il risultato finale. È stato bello risentire i tifosi friulani. È tutto come ai vecchi tempi. Ringrazio i miei compagni per i tanti begli anni passati qui, anche nelle competizioni europee. C’era voglia di giocare insieme un calcio bello da vedere. Noi giocatori eravamo un gruppo e i tifosi erano come una grande famiglia. Ricordo che quando uscivamo dallo stadio andavamo a mangiare panini e bere un bicchiere di vino, una cosa che non ho mai visto né prima né dopo.”

Il danese mostra grande affetto verso le Zebrette: “Ognuno ha la squadra che merita, io ho meritato l’Udinese”. All'epoca c'erano giocatori fortissimi come Oliver Bierhoff e Marcio Amoroso e Thomas Helveg. Con lui sono ancora rimasto in contatto. Lo sento ancora adesso. Andiamo in bici insieme e una volta all’anno partecipiamo a una gara di beneficenza. Va sempre più forte di me".

Infine il ritorno in patria al suo primo club, l’Aarhus. “Volevo tornare a casa per partecipare al Mondiale 2010 a 34 anni. Ho smesso a 39, forse anche troppo tardi – ammette con un accenno di sorriso – per questo non ho mai pensato di chiudere la carriera a Udine. Smettere col calcio giocato non è stato tanto difficile, perché cominciavo a sentire la fatica di allenarmi ogni giorno e i giovani correvano troppo veloce. Avevo tante proposte su cosa fare dopo, era il momento giusto per dire basta. Ho allenato l’Under 14 dell’Aarhus per sei mesi. Ero anche nello staff della Nazionale maggiore della Danimarca, ma ho due figli a casa che giocano a calcio, ho scelto loro”.

Adesso l’ex centrocampista lavora in televisione e segue “sulle 50 partite l’anno, dopodomani sarò a Manchester. Inoltre ho un’agenzia di viaggi che curo per hobby. Faccio quello che sento di fare e mi diverto. E guido ancora il pullman, l’ultima volta tre mesi fa con mio figlio e la sua squadra per Berlino”.

L’appuntamento calcistico più recente è quello di ieri, 3-3 tra Udinese e Hellas Verona. “Ho visto una squadra che all’inizio ha giocato molto bene, aveva fiducia – commenta riferendosi ai bianconeri – Poi un rigore sfortunato ha riaperto la partita. Lì è subentrata la paura di perdere ed è arrivato il loro gol. Al 97’ bisogna essere più furbi e non buttare la palla, ma in questo aiuta l’esperienza. Quelli commessi sono errori che paghi caro, ma la squadra è giovane e sa giocare. Serve un po’ di tempo e di testa, fondamentale nelle posizioni basse della classifica. I tifosi devono star dietro alla squadra. Questo sarà un anno complicato, ma anche quando c’ero io abbiamo avuto periodi difficili. La società merita fiducia”.

Un commento anche Thomas Kristensen, anche lui danese e proveniente dall’Aarhus: “Gli consiglio di imparare subito l’italiano. Deve andare in giro per i bar a bere vino e mangiare prosciutto come ho fatto io. In questo modo potrà apprendere la lingua girando il posto e non stando solo a casa. E deve allenarsi duramente. Deve essere un po’ più attento, ma è un buon giocatore. In Danimarca non pensiamo molto a difendere, perciò gli serve acquisire la mentalità italiana”.

Sezione: Notizie / Data: Lun 04 dicembre 2023 alle 23:32
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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