Si avete visto bene, quello che è scattato ieri in profondità, facendo 50 metri palla al piede, bruciando da solo la difesa della Roma ed insaccando poi la rete del 2-0, gelando così l'Olimpico, era proprio Luis Muriel. Il colombiano, che all'Udinese si caratterizzva più per l'essere costantemente fuori forma, con la maglia della Sampdoria pare essere davvero rinato. La cura Mihajlovic a quanto visto ieri sembra aver funzionato e trasformato Muriel in un giocatore diverso rispetto a quello visto in Friuli, veloce e letale in fase d'attacco, capace anche di ripiegare sulla fascia per dare una mano quando tocca difendersi. Ieri contro la Roma ha firmato la sua terza rete in blucerchiato: entrato al 29' della ripresa al posto di Okaka, ci ha messo 4 minuti per centrare la porta di De Sanctis dopo aver dribblato gli avversari come dei paletti. Il tecnico serbo lo ha messo in riga. Muriel è tirato a lustro, smagrito e scattante. Con Miha non si scherza, o ti adegui o sei finito. Muriel ha capito alla lettera i dettami del nuovo tecnico. A Udine invece non si è mai riusciti a gestire questo potenziale talento, arrivato da Lecce come il nuovo Ronaldo e andato via con l'etichetta di bidone. Ciò però è stato frutto anche di una gestione sbagliata. Guidolin non lo aveva nelle sue corde e si era capito.

Spesso lo relegava in panchina e gli concedeva solo alcuni sprazzi di partita, subentrando a Di Natale. Pochi minuti con i quali era davvero difficile trovare la forma giusta e la continuità, fondamentale per un ragazzo con il suo fisico. Il perchè poi di lui e Di Natale non si è mai voluto fare una coppia resta un autentico mistero. Secono Guidolin uno escludeva l'altro, quando invece insieme, con il giusto assetto tattico, avrebbero potuto fare sfacelli. Muriel a Udine con Di Natale ha vissuto la stessa sindrome delle punte arrivate a Barcellona per giocare vicino a Messi. Impossibile trovare la giusta collocazione in campo quando tutto il gioco è fatto per un unico perno finalizzatore. Anche con l'arrivo di Stramaccioni le cose non sono cambiate, anzi forse sono pure peggiorate, dato che Muriel si è trasformato in uno scontento e appesantito infortunato che ha poi fatto di tutto per essere ceduto a gennaio. L'impianto di gioco infatti è rimasto di base quello guidoliniano 3-5-1-1, non adatto al colombiano che deve avere a fianco un altro attaccante in grado di fargli da sponda e di portargli via gli uomini così che lui possa scatenarsi nello spazio. La stessa società poi di errori ne ha fatti, gonfidandogli la testa con il mercato e le offerte da 40 milioni al suo primo anno in bianconero, facendolo poi sentire un investimento sbagliato da cedere al più presto. Che Muriel a Udine non si sia comportato all'altezza, sia dentro che fuori dal campo, questo %

Sezione: Notizie / Data: Mar 17 marzo 2015 alle 13:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print