Un confronto sugli sport. Da una parte il difensore dell’Udinese, Sebastian De Maio e dall’altra il motociclista Fabio Di Giannantonio. Un’idea dell’agente - di entrambi - Diego Tavano. “Come preparo le partite? Ognuno prepara la partita a modo suo, chi in silenzio, chi scherza, chi ascolta musica. Sul pullman ovviamente c’è un silenzio incredibile. Dal pullman in poi c’è massima concentrazione”, dice De Maio rispondendo alla domanda del pilota che spiega una differenza rispetto al calcio: “Voi potete avvalervi dei fisioterapisti, noi abbiamo la clinica mobile. Vado sempre a fine giornata. Andando in moto non fatichi come se avessi fatto una corsa oppure palestra, ma sei affaticato in generale. Soprattutto senti fatica alla schiena, spesso quando ci sono le curve i lombari lavorano tanto. I circuiti - spiega il pilota - li conosco tutti a memoria da piccolo, la preparazione delle gare è più mentale. Guardo i video degli anni passati e poi mi preparo anche in base alle condizioni meteorologiche”.

De Maio poi chiede a Di Giannantonio il circuito che più lo emoziona. “Il Gran Premio d’Italia è speciale, unico. La pista è assurda, si fanno sorpassi incredibili”, la risposta del pilota che rivolge la domanda al difensore su uno stadio che lo esalta. Per De Maio zero dubbi: “A San Siro quando entri in campo senti la storia italiana, pensi che di lì sono passati grandi campioni. Anche il nostro, il Dacia Arena, è uno stadio molto bello, un giorno ti invito così lo vedi. Il giocatore che ho apprezzato di più? Zidane. Niente a che vedere con il mio ruolo, ma mi è sempre piaciuta la sua eleganza in campo. Leggo poco, ma ho letto il suo libro. Quando lo guardavo giocare - conclude De Maio - pensavo ‘questo è il calcio’”. 

Sezione: Notizie / Data: Mar 07 aprile 2020 alle 22:10
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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