Dalle colonne del Corriere dello Sport l'analisi di Napoli-Udinese, chiusa con il 3-3 di Dusan Basta e un episodio molto dubbio su Maicosuel lanciato a rete.

NAPOLI - Meno otto dalla Juventus, meno due dalla Roma (e con una partita in più): il freddo che congela Napoli entra nelle viscere del San Paolo e in quel 3-3 che congeda dall’Udinese, Benitez coglie il gelo di difficoltà indiscutibili. Il San Paolo è paradossalmente una «prigione», un ostacolo non (magari) psicologico: ma i numeri non mentono e quel punto rimediato in due partite spinge il Napoli a interrogarsi, a leggersi dentro, a mettersi in discussione per ricostruirsi (in fretta).
DIFFICOLTA’ - E’ tre a tre, in una partita double face, sviluppata attraverso il rigore (in avvio) e poi buttata via, anzi consegnata alla lucida interpretazione di un’Udinese che gioca alla Guidolin, dunque non butta via niente, le diagonali difensive e quelle offensive, la capacità di pressare e quella di avvolgere. La sofferenza del Napoli è in quella prolungata fase di studio che dura quaranta minuti e impedisce alla gara di decollare. Ma è saggezza, vabbè, che in quei trenta metri racchiude due squadre raccolte e impedisce lo sfogo al di là delle barriere. Però esistono pure due portieri per nulla inclini alla «normalità», capaci d’offrire immediatamente brividi che annunciano una serata da cuore e batticuore. Si comincia e (5’) ci pensa Brkic, una catapulta nel vuoto, che si lascia scavalcare da un pallone (buon per lui) inutilizzabile da Insigne; si prosegue e (7’) Rafael, debuttante coraggioso, sceglie persino di controllare con il destro sulla linea - non è un modo di dire - mandando il San Paolo in confusione. Ma in casi del genere non si scappa, la partita deve farla chi ha qualità (e persino chi gioca in casa) e al Napoli non viene semplice liberarsi di quelle ombre che Guidolin ha scatenato in qualsiasi appezzamento: mordere e poi ripartire, sin prisa e senza neanche un pizzico di paura in Bruno Fernandes che (12’ e 28’) va a verificare la consistenza di Rafael e la coglie in voli un po’ fotografici ma efficaci.
LO SCATTO - Il bello però sta per venire ed è racchiuso in sette minuti pirotecnici, in cui le barriere cedono e pure i freni inibitori. Il Pandev ritrovato di Roma sta ancora vibrando di suo e (38’) sulla capocciata di Fernandez il controllo e tiro dell’1-0 è da centravanti che non aspetta altro. Ma gli dei hanno scelto e restano a governare quei sedici metri, ad assistere (ancora) Pandev, che impiega due minuti appena per mostrarsi nel suo vigore attuale, esaltato da uno «strappo» poderoso di Higuain: l’affondo dell’argentino è devastante, Danilo barcolla, l’Udinese sembra stia per crollare, perché l’assist del pipita autorizza il 2-0 del macedone. Fermi tutti, ognuno al proprio posto, Napoli-Udinese oramai è un’emozione che non consente neanche d’anticipare l’intervallo per il caffè: angolo proprio sulla sirena, Fernandez va all’impatto per anticipare Domizzi e però pure disorientare Rafael, riaprendo la nottata.
BRR - Pareva chiusa, eh già: e invece c’è ancora un destino da scrivere, c’è una manata di Brkic (9)’) su percussione di Insigne che comprime il Napoli in quel labirinto d’un 2-1 per nulla rassicurante. E l’Udinese ha codici mandati a memoria, una reattività palpabile, la forza per rialzarsi, per costringere il palleggio altrui a nascere dal basso, senza concedergli campo. Guidolin la cambia, difende a quattro (verrebbe da dire a due), infila il «mago» Maicosuel ma la «magia» è di Bruno Fernandes (dopo palla persa da Inler stavolta), con la complicità d’un Rafael fuori dai pali. Napoli-Udinese non è per cardiopatici e sprigiona allegria e malinconia (dipende dai punti di vista), spinge all’esaltazione o alla depressione, rischia di madare in tilt le coronarie sulla prepotenza di Higuain che consegna a Dzemaili il tap in del 3-2 sulla respinta disperata di Brkic. Venti alla fine: all’Udinese ne bastano dieci per pareggiare con Basta (ancora da angolo) e per protestare su una manina di Maggio che frena un lanciatissimo Maicosuel, pregiudicandone un contropiede a campo aperto. Tre a tre. Mercoledì l’Arsenal, domenica Mazzarri: le ombre s’allungano sul Napoli

Sezione: Notizie / Data: Dom 08 dicembre 2013 alle 13:30
Autore: Davide Alello
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