Nel giorno in cui le stelle brillano meno, solo qualche bagliore ma anche errori, vince la squadra. Con la calma di una squadra che inizia a diventare tale, che segna con Milenkovic che alla vigilia era incerto per le condizioni fi siche. Uno splendido colpo di testa dopo corner di Pulgar, uno schema provato e riprovato, un’arma quasi letale dei viola. Una squadra che sa farsi impermeabile con un fenomenale Caceres, alla fi ne forse il migliore in campo perché non perde mai la testa e gioca come fosse oltre tutto e tutti. Una squadra che nell’unico momento di vera paura trova Dragowski con un perfetto intervento risolutivo.Tutti aspettano Chiesa e Ribery ma ecco che appare la Fiorentina. Così che i suoi due campioni lottinio sì dando l’esempio, ma è poi il gruppo a portare a casa i tre punti. Terza vittoria di fi la (come non accadeva da tempo, aprile 2018) e zona Europa raggiunta in un mese, partendo dall’ultimo posto alla prima sosta azzurra. E’ il lavoro di Montella (stessa formazione per la quinta partita di seguito: 11 punti) che davvero inizia a dare i suoi frutti. Atletici: il gruppo corre senza neppure una defezione. Mentali: con una dote fondamentale, la pazienza che in una gara come quella di ieri era assolutamente indispensabile. Tattici: con la crescita della difesa che appariva reparto con qualche incertezza in più. Sì, la Fiorentina c’è. Dalla reazione dopo la morte di Davide Astori. E ci sono riusciti contro un’Udinese che per un’ora era stata quasi perfetta, ordinata, stretta a pugno, sempre con almeno setto-otto giocatori dietro la linea della palla. Sì, era una gara diffi cile, una sorta di “trappolona” con gli uomini di Tudor compressi, pronti a far ripartire l’azione con rapidi scatti in profondità. E per un’ora la Fiorentina ha soff erto, ha spinto, ma senza perdere la testa. Con la calma di chi pensa che prima o poi sarebbe venuta l’occasione giusta. Ma ha anche tremato, quando l’Udinese è passata in vantaggio con Nestorovski, gol annullato, giustamente, per un fallo di mano di Opoku. Due minuti soli, ma la paura ha percorso tutto il Franchi.

LA PARTITA. Squadre allo specchio, il classico 3-5-2. Che nella Fiorentina diventava 3-4-1-2 perché Castrovilli si staccava in avanti per andare in pressione su Jajalo, mentre nell’Udinese vedeva i due esterni retrocedere spesso trasformando il tutto in una sorta di 5-3-2. Una formula che Montella ha varato e che per il momento non intende sostituire. D’altra parte vince e convince. E sale...

Sezione: Notizie / Data: Lun 07 ottobre 2019 alle 10:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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