È trascorso poco più di un mese dalla frase del diesse Daniele Pradè che lo scorso 30 agosto in sala stampa annunciò: «De Paul non lo prendiamo. Argomento chiuso». Una doccia gelata per la città intera che sognava Rodrigo in viola, come grande esterno d'attacco e che invece sentiva il proprio direttore sportivo affossare i pensieri di grandezza. E allora domenica Rodrigo De Paul tornerà ancora una volta come avversario, ma la netta sensazione è che Firenze e la Fiorentina abbiano già imparato benissimo a fare a meno dell’argentino con passaporto italiano. Nessun rimpianto, nessuna “invidia” per i bianconeri friulani che lo possono schierare nelle loro fila perché in viola ci sono Ribery, Chiesa, Castrovilli e tutti gli altri che in poco più di un mese hanno fatto innamorare una tifoseria intera. Con il loro talento e la dedizione.

De Paul in queste settimane è quasi finito nel dimenticatoio, in queste giornate in cui in città il suo nome non è mai più circolato. Adesso però arriva allo stadio Artemio Franchi e rispolverare la memoria è cosa semplice e naturale. Anche perché è stato uno dei primi giocatori che Pradè aveva chiesto appena si era insediato come responsabile del marcato della Fiorentina. Una delle prime telefonate il diesse l'aveva fatta proprio all'Udinese, club che conosceva molto bene perché fresco ex. E ci ha provato fino alla fine ma la società di Pozzo non è arretrata di un euro rispetto ai 40 milioni chiesti inizialmente. Cifra da capogiro che la Fiorentina non era disposta a spendere.

Sezione: Notizie / Data: Ven 04 ottobre 2019 alle 09:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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