Ospite d'onore della consegna degli Orsetti d'oro a Orsaria, Marcio Amoroso ha parlato della sua storia a Udine, con qualche aneddotto: “Sono emozionato, non è facile raggiungere un traguardo così difficile soprattutto in una città provinciale, sono veramente soddisfatto di aver vinto a vent'anni la classifica capocannonieri, per me che ero un oggetto misterioso arrivato dal Brasile, ho avuto dei compagni e una società che mi hanno permesso di esprimere il mio valore ed essere l'unico capocannoniere brasiliano nella storia d'Italia, uno degli obiettivi più belli raggiunti nella mia carriera. Io avevo la tendenza a bere un taglio di vino, il DS mi controllava, ma dissi “un giocatore che gioca a Udine e non beve non potrà mai esprimersi al meglio”, scherzi a parte è stato difficile l'approccio, mi aiutarono molto Piazzolla e Causio. Ma tutti mi aiutarono a capire come dare del mio meglio, Calori, capitano vero, poche squadre possono vantarlo, se facevo un errore mi prendeva, mi appendeva e mi diceva "tu non sei Ronaldo, sei bravo come lui, ma devi essere Marcio Amoroso, altrimenti ti spacco la testa".

“Causio mi ha aiutato molto quando sono arrivato. Parlava portoghese e questo per me era molto importante. Lo spogliatoio faceva la differenza, eravamo una grande famiglia. In Germania era facile giocare in confronto a quello che invece è il calcio italiano. A Parma ho avuto tanta sfortuna e qualche infortunio di troppo. Non sono riuscito a giocare con continuità. Poi ho avuto problemi con l’allenatore che mi stava facendo perdere la voglia di giocare. Per fortuna poi sono andato in Germania a Dortmund e li ho ritrovato me stesso. Zaccheroni mi ha fatto crescere. Abbiamo avuto dei litigi ma alla fine si è rivelato una persona molto importante per me. Lui e Guidolin sono stati fondamentali per me."

Sezione: Notizie / Data: Sab 25 maggio 2019 alle 19:56
Autore: Davide Marchiol
vedi letture
Print