23 vittorie, 3 pareggi, 0 sconfitte. Bastano e avanzano questi numeri a tratteggiare la stagione della Juventus in campionato, sin qui ai limiti della perfezione.
 La corazzata di Allegri si è, nei fatti, cucita sul petto lo scudetto con larghissimo anticipo, mettendo il sigillo sul tricolore con il blitz di Napoli della settimana scorsa che le ha consegnato il più 16 proprio sulla formazione di Ancelotti.
 Il dominio juventino in serie A è ad un passo, dunque, dal suo ottavo titolo nazionale ma la grande ambizione è quella di prendersi finalmente l’Europa.
 Dopo aver visto sfumare la quinta Coppa Italia con l’eliminazione ai quarti con l’Atalanta, l’obbiettivo primario è e resta l’acuto in Champions League. In tal senso, l’arrivo in estate del 5 volte campione d’Europa e pallone d’oro Cristiano Ronaldo ha rappresentato un lampante segnale della voglia di grandeur europea della Juventus reduce, comunque, da due finali negli ultimi 4 anni oltre a due rocambolesche eliminazioni rispettivamente agli ottavi e ai quarti contro Bayern Monaco e, lo scorso anno, col Real Madrid.
E proprio la partita che li contrapporrà venerdì in anticipo ai nostri ragazzi sarà per loro l’antipasto della gara da dentro o fuori contro l’Atletico Madrid.
Gli uomini di Allegri saranno chiamati all’impresa per ribaltare lo 0-2 incassato al Wanda Metropolitano per non dover, sorprendentemente e un po’ prematuramente, rimandare l’assalto alla Coppa che manca dal 1996.
In tal senso, con il campionato in ghiaccio, l’Udinese potrebbe beneficiare di una naturale proiezione mentale all’appuntamento di Champions.
Difficile vista la forza mentale sovraumana dimostrata in questi anni dalla Juve, ma non impossibile analizzando la brillante prova offerta dall’Udinese contro il Bologna e le difficoltà palesate dalla Juventus nelle ultime uscite e culminate nel ko dell’andata degli ottavi di Champions.
Se c’è un momento di questa annata in cui la Vecchia Signora è un pizzico annebbiata è proprio questo.
Nonostante i risultati in Italia sembrano dire il contrario, la Juve è apparsa poco brillante atleticamente e un po’ in difficoltà anche sotto l’aspetto di un gioco pienamente fluido, sopperendo, in alcuni frangenti, con la straordinaria qualità degli interpreti e le sempre lucide ed efficaci alchimie dello stratega Allegri.
Guai, però, a fare affidamento a qualche balbettio di un avversario straordinario che potrebbe, proprio in vista dell’Atletico e di qualche assenza dovuta ad infortuni e squalifiche, cambiare veste tatticamente e negli interpreti.
In questa annata Allegri non ha mai derogato da un assetto con la difesa a 4, stavolta, però, non avrà a disposizione lo squalificato Cancelo, autentica fonte di gioco grazie alla sua tecnica e alla visione di gioco.
Al suo posto giocherà De Sciglio. Al centro è probabile che venga preservato il capitano Chiellini per lasciare spazio ad un Rugani in crescita.

Eppure, quando il capitano bianconero ha tirato il fiato il reparto ne ha risentito, concedendosi qualche amnesia, come accaduto ad esempio nella gara pareggiata per 3-3 allo Stadium contro il Parma, subendo la rimonta dal 3-1.
L’altro storico perno Bonucci, reduce da un problema alla caviglia, potrebbe essere tenuto a riposo in favore di Caceres, mentre a sinistra dovrebbe toccare ancora ad Alex Sandro, squalificato in Europa, salvo non venga data una chance, come prova generale per la coppa, a Spinazzola.
A centrocampo mancheranno le geometrie di Pjanic, espulso a Napoli, dentro quindi Bentancur che all’andata trovò il suo primo gol italiano.
Il modulo potrebbe fluttuare tra il 4-3-3 e il 4-4-2, qualora giocassero, oltre all’uruguaiano, Bernardeschi, Can e Matuidi ma, se il francese riposasse, si potrebbe pensare ad un assetto più offensivo con Dybala in campo.
In avanti, con l’insostituibile Mandzukic, il totem Ronaldo, un marziano atterrato con effetto dirompente anche sul pianeta Serie A. La domanda è questa: riposerà l’uomo bionico, sin qui non titolare solo contro l’Atalanta in campionato e il Bologna in Coppa Italia?
E’ sempre bello e stimolante sfidare i grandi campioni ma non ritrovarsi di fronte dall’inizio il capocannoniere con 19 gol (cui aggiunge 8 assist) rappresenterebbe un piccolo vantaggio pur contro una squadra di stelle, considerando che si tratta del catalizzatore del gioco offensivo con 6.1 tiri di media a partita in serie A, primo per distacco.
Attenzione massima va prestata, infatti, contro una squadra molto cinica ed abile ad amministrare le partite contro avversarie della metà destra della classifica e non solo.
Capita, infatti, che la Juve lasci il pallino agli avversari puntando sulla propria capacità anche di soffrire: basti pensare che contro il Napoli ha vinto tirando 3 volte in porta e segnando 2 gol, mentre gli avversari hanno scoccato 5 tentativi nello specchio a fronte di ben 13 totali. Un chiaro sintomo del cinismo e della spietatezza di questo avversario.
D’altro canto, però, lo score formidabile di 23 vittorie e 3 pareggi senza ko in campionato va analizzato nelle sue pieghe: 2 dei 3 pari raccolti, infatti, sono maturati proprio allo Stadium e contro opponenti di medio-bassa classifica (1-1 contro il Genoa, 3-3 col Parma) e sempre facendosi rimontare.
E, allora, rinvigoriti dalla bella e convincente vittoria contro il Bologna, perché non tentare l’impresa? D’altronde “nothing is impossible” nel calcio, soprattutto se facesse capolino nella Juve un prematuro pensiero di remuntada.
 

Sezione: L'Avversario / Data: Mar 05 marzo 2019 alle 16:42 / Fonte: udinese.it
Autore: Jessy Specogna
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