Infuriano le polemiche per Catania-Juve di ieri, pertanto vi riportiamo l'ultima evoluzione delle giustificate proteste catanesi contro l'arbitraggio discusso di cui si sono resi protagonisti Gervasoni-Rizzoli-Maggiani, annullando il goal regolarissimo di Bergessio e convalidando quello di Vidal, nato da un fuorigioco di Bendtner.

Infatti giunge comuicazione che il presidente del Catania Antonio Pulvirenti è stato ammonito con diffida "per avere, al 25° del primo tempo, contestato platealmente l'operato arbitrale, rivolgendo un ironico apprezzamento al Direttore di gara e omettendo, dopo il consequenziale allontanamento, di uscire dal recinto di giuoco fino al termine della gara".

Mentre questo è il comunicato di "fuoco" del club siciliano apparso sul sito ufficiale ilcalciocatania.it

Il Catania ha sempre sostenuto l'accettazione dell'errore arbitrale ed intende farlo ancora oggi, pur avendo subito ieri una somma ingiustizia: la trasformazione di un netto 1-0 (gol di Bergessio regolare, gol di Vidal viziato dall'off-side determinante di Bendtner) in un inverosimile 0-1. 0-1 a referto, 1-0... sul campo. Al di là delle certezze palesate da chi sostiene che la Juventus avrebbe vinto comunque (il risultato finale resta sempre ovviamente impossibile da prevedere, almeno per noi...), resta il fatto inevitabile che: l'arbitro può sbagliare. Pertanto, le parole del Designatore della CAN Serie A Stefano Braschi si sposano perfettamente con le nostre idee. Noi, inoltre, non abbiamo avanzato il dubbio che la panchina della Juventus potesse aver interferito nella decisione di non convalidare la rete di Bergessio, noi abbiamo purtroppo constatato questa evidenza, considerando immagini e tempi delle convulse fasi successive all'assegnazione del gol. Impossibile nascondersi: impossibile nascondere questo gravissimo episodio che mina alle fondamenta l'immagine del nostro calcio, proponendo un quadro di confusione in cui basta insinuare un dubbio e fare la voce grossa per rimettere in discussione una decisione (regolarissima) e "costringere" a cambiarla (in una sbagliatissima). Ciò che un direttore di gara non può e non deve fare, per tutelare la sua autorevolezza e credibilità e per il bene del calcio italiano, è lasciare che i calciatori di una squadra, addirittura partendo dalla panchina, giungano a circondare un assistente di gara, sorvegliando e reclamando attenzioni, senza incorrere in sanzioni disciplinari. È questo il senso di un titolo letto sulle pagine di alcuni importanti quotidiani: "Scandaloso al Cibali". Lo facciamo nostro, ribadendo contestualmente il nostro rispetto per le istituzioni calcistiche.

Sezione: L'Avversario / Data: Lun 29 ottobre 2012 alle 18:39
Autore: Corrado Franco / Twitter: @Corradoriano
vedi letture
Print