Ricorderemo questa partita così strana e poco spettacolare soprattutto per una domanda di fondo: può una squadra scomparire quando resta con l’uomo in più? Perché questo è successo al Pescara: ordinato e concentrato fino all’espulsione di Danilo, poi distratto e impaurito. E l’Udinese ne ha approfittato.

Senza Totò Le prospettive non sono buone quando Totò Di Natale, prima di ieri 34 gol su 39 in casa nella gestione Guidolin, decide di prendersi un pomeriggio libero. E neppure quando Maicosuel, l’uomo dello scellerato scavetto al Braga, non sa dargli un pallone decente o Armero, il più stanco tra i nazionali di ritorno in Friuli, corre a vuoto sulla fascia di competenza. Per questo l’Udinese, costruita secondo il consueto 3-5-1-1, fatica per mezz’ora, soffrendo il palleggio scolastico ma efficace del Pescara. L’infortunio di Pinzi sarebbe potuto essere un pessimo segnale e invece provoca una svolta positiva e inaspettata. Perché il brasiliano Allan, uno dei tanti giovani lodati da Guidolin alla fine, spostato da mezz’ala a regista dimostra piedi buoni e idee chiare. Poi l’episodio chiave, quando Danilo si piazza come un paracarro davanti a Quintero lanciato a rete. Secondo giallo, punizione, traversa dello stesso colombiano, classe ’93, anche lui un piccolo fenomeno. Guidolin corre ai ripari, facendo arretrare Armero e Faraoni: 4-3-1-1. Sotto di un uomo e alla ricerca di se stessa, l’Udinese comincia a giocare meglio e va in gol sfruttando un pasticcio difensivo, perché sullo sbilenco cross di Armero il mastino Blasi si sostituisce a Romagnoli e in scivolata s’inventa un assist involontario per Maicosuel (che esulta chiedendo scusa al pubblico per il cucchiaio di Champions). Vista l’emergenza, Guidolin non chiude il laboratorio tattico, nel finale toglie il trequartista (Pereyra, uscito tra i crampi), mette un difensore in più (Coda) per poi dichiarare, soddisfatto degli esperimenti: "Sappiamo anche giocare a quattro".

Mistero Bisognerebbe entrare nella testa di Cascione e compagni per capire cosa è successo al minuto 30 del primo tempo. Stroppa ha provato a darsi una risposta: "Non so perché, ma ci è mancata la voglia di essere aggressivi". Vero: in superiorità
numerica, il Pescara si è incredibilmente assopito. Incassato il gol, il tecnico debuttante ha in un colpo solo rottamato la coppia d’attacco. Quella nuova (Caprari-Vukusic) non ha fatto sfracelli, anche se la squadra ha cambiato atteggiamento, cominciando a spingere come avrebbe dovuto fare dalla mezz’ora in poi. Ma ora è tutto più complicato, con le gambe stanche e l’Udinese che ha rinculato nella sua metà campo. Brkic regala qualche brivido sul tiro da fuori di Caprari, ma il Pescara non riesce più a raddrizzare una partita balorda dimostrando un evidente deficit di autostima. Oggi riposo, domani tutti dallo psicologo.

 

BRKIC 6 Poco impegnato.
BENATIA 6,5 Una sicurezza, anche quando c’è da impostare.
DANILO 5 Lascia la squadra per un’ora in dieci.
DOMIZZI 6 Se la cava bene.
PEREYRA 6,5 Dinamismo e movimento (Coda s.v.)
ALLAN 7 Uscito Pinzi, prende in mano la squadra facendo il play in modo eccellente. A 21 anni.
PINZI 6 Un paio di spunti prima di uscire (problema agli adduttori).
FARAONI 6 Fa la mezz’ala, terzino nell’emergenza. Disciplinato.
LAZZARI 5,5 Poco brillante.
ARMERO 5 Disastro: non spinge, non difende.
MAICOSUEL 6 Solo il gol gli vale la sufficienza (Willians 5,5).
DI NATALE 5,5 Resta ai margini.

All. GUIDOLIN 6 Seconda vittoria, conta questo. Per il gioco, ne riparliamo

 

Sezione: News / Data: Lun 22 ottobre 2012 alle 09:59 / Fonte: Guglielmo Longhi per "La Gazzetta dello Sport"
Autore: Davide Rampazzo / Twitter: @Davide_Rampazzo
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