Dalle pagine di Tuttosport l'intervista a Giovanni Pasquale, approdato al Torino nei giorni scorsi dopo un inseguimento granata vecchio di anni. Ecco le parole dell'ex terzino dell'Udinese:

"Sono davvero felice, finalmente posso giocare tra la mia gente. Vero, ci ho messo un bel po’ di tempo per tornare a casa ma ora sono davvero soddisfatto. Quando ero ragazzo ho mosso i miei primi passi calcistici nel Venaria, poi passai alla Pro Vercelli, Comelli era presidente di entrambi i club, dove venni notato e seguito dagli osservatori dell’Inter che mi portarono a Milano. Ci fu anche una brevissima parentesi con la Juventus, avevo 10 anni, ma fu subito archiviata. A quell’età pensi solo a divertirti, non certo a come fare per costruirti una carriera. Però tengo a sottolineare una cosa: nella mia famiglia non ci sono tifosi juventini. C’è qualcuno che sostiene l’Inter ma soprattutto i miei parenti tifano per le squadre dove vado a giocare".
Dopo cinque anni importanti a Udine, anche in giro per l’Europa, Pasquale riparte da Torino. Con che stimoli?
"Le mie motivazioni sono enormi. Ho abbracciato la causa granata con l’intenzione di dare sempre il massimo e di togliermi parecchie soddisfazioni. Credo nel progetto Torino e penso che tutti insieme possiamo raggiungere traguardi importanti. Ho lasciato un gruppo fantastico a Udine e qui ne ho trovato un altro altrettanto forte e unito. Sì, sono soddisfatto della scelta operata".
Da Francesco Guidolin a Giampiero Ventura, il leit motiv è sempre lo stesso: lavoro, lavoro, lavoro...
"Beh, i risultati parlano per entrambi. Padelli e Barreto mi hanno sempre parlato benissimo di Ventura, dei suoi metodi di allenamento, del suo modo d’intendere il calcio. Spero di crescere ancora con lui. L’addio da Udine? Dopo quattro anni vissuti insieme Guidolin mi ha suggerito di fare ciò che ritenessi più giusto per me. Io ho eseguito".
Domenica scorsa lei era in panchina a Bergamo, che idea si è fatto della sua nuova squadra?
"Ho seguito attentamente la partita cercando di capire gli schemi adottati dal nostro tecnico. Ho assistito a una nostra ottima prestazione e penso che con un po’ più di fortuna e cattiveria avremmo potuto vincere o quantomeno pareggiare. Ci è mancato soltanto il gol. Quando crei 5-6 occasioni nitide fuori casa significa che la squadra è organizzata ed ha personalità. Speriamo, in futuro, di sfruttare al meglio tutto ciò che creiamo sottoporta".
E Pasquale cosa può aggiungere a questo Toro?
"Devo capire bene i movimenti che l’allenatore pretende da me. Devo, insomma, inserirmi in un contesto che ancora non “mastico” alla perfezione. Ho intenzione di sfruttare al massimo questa sosta per aumentare le mie conoscenze in merito e presentarmi pronto alla ripresa del campionato. Io spostato a destra? Mah, ho quasi sempre giocato a sinistra salvo che in rare occasioni. Il modulo? Posso ricoprire la posizione di esterno di sinistra nel centrocampo a cinque o di quarto, sempre di sinistra, nella difesa a quattro. Il 3-5-2 mi calza alla perfezione. Comunque il modulo non sarà mai un problema".
La piazza granata è particolarmente calorosa...
"Conosco i nostri tifosi e l’amore che portano alla squadra. Sono davvero eccezionali. Per loro sostenere il Torino non è semplice tifo ma vera passione. Sta a noi, in campo, sfruttare questo valore aggiunto e regalare al nostro pubblico tutte le soddisfazioni che merita".
Quali obiettivi può porsi questo Torino?
"Piedi per terra e testa bassa. Innanzitutto dobbiamo raggiungere quota 40 punti il prima possibile. E non sarà certo una passeggiata. Una volta tagliato quell’importantissimo traguardo allora si potrà affrontare qualche altro discorso. Adesso però dobbiamo lavorare per crescere ulteriormente e migliorare. Alla ripresa delle ostilità qui all’Olimpico arriverà il Milan di Kaká, sarà una battaglia. Ma ogni domenica di campionato ci aspetterà una battaglia...".

Sezione: Gli ex / Data: Ven 06 settembre 2013 alle 12:00
Autore: Davide Alello
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