Sergio Gasparin, direttore generale del Catania, ed ex dirigente dell'Udinese, ha parlato ai microfoni de Il Corriere Mercantile, parlando della sua esperienza bianconera.
"Il modello dell'Udinese non deve essere compreso solo dal punto di vista di ricerca di talenti: i dirigenti sono stati bravissimi a cercare giocatori di valore e creare un progetto nel tempo. Quando un ragazzo arriva in Europa ha bisogno di ambientarsi, ci vogliono almeno sei o sette mesi: in Italia si lavora diversamente. Bisogna insegnarli a comprendere cosa vuole l'allenatore, l'Udinese per questo è una vera e propria scuola. La società organizza anche dei corsi di lingua italiana e aiuta tutti i giocatori ad amalgamarsi con l'ambiente.

Nel centro di allenamento c'è anche un ristorante interno che cura l'aspetto alimentare dei giocatori e sono previste delle tabelle specifiche a seconda della provenienza del giocatore" 
Chi è l'erede di Sanchez? "Sicuramente Muriel, così come al momento della cessione di Handanovic in casa c'era già Brkic. L'Udinese così attenua la negatività della perdita e riparte da una forma tutta da formare"
"Ricordo perfettamente i primi tempi di Handanovic: nessuno lo immaginava titolare e sembrava destinato a fare il vice di De Sanctis. Udine è una piazza tranquilla però, perfetta per i giocatori che all'inizio hanno delle oscillazioni, è l'ambiente ideale per maturare. L'aspetto particolare è che l'Udinese si sia presentata in Champions League due volte con un bilancio perfetto e in chiaro attivo.Il calcio non può permettersi un settore industriale in perdita e quindi bisogna puntare su altri settori come ricerca e innovazione: l'Udinese ce l'ha fatta".

Sezione: Gli ex / Data: Sab 08 dicembre 2012 alle 10:15
Autore: Fabiola Carrieri
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