Di Michele è stata senza dubbio uno degli attaccanti più forti della recente storia dell'Udinese. L'ex bianconero, ora allenatore dell'Under 17 del Frosinone, ha ripercorso la sua carriera a Udine: "Il primo anno di Spalletti a Udine e anche il mio, avevamo una squadra che sulla carta poteva essere importante, fatta tutta di giovani di prospettiva. Anche se, a dire la verità, in quell'anno nessuno pensava inizialmente che potessimo qualificarci in Champions, ma durante l'arco dell'anno siamo riusciti a creare un gruppo importante, con delle grandissime idee dell'allenatore che ci ha dato grandi motivazioni ma soprattutto grandi idee. Sembrava davvero che giocassimo assieme da anni, ci riusciva tutto quello che facevamo. Poi non dimentichiamo che avevamo giocatori importanti, sia giovani che d'esperienza: non dimentichiamo che avevamo Bertotto, Turci, De Sanctis, Sensini; poi tanti giovani come Pinzi, io, Di Natale, Muntari, Iaquinta, Mauri, Pizarro. E' stata una annata indimenticabile perchè siamo riusciti ad entrare nella storia del club, arrivando in Champions.

Il più forte con cui ho giocato? Penso sia stato Martin Jorgensen, anche se è stato un po' sotto i suoi standard, ma è stato un giocatore di qualità tecnica assoluta. Purtroppo ha avuto tanti infortuni e questo l'ha penalizzato, ma era davvero forte; quello di reparto con cui mi sono trovato meglio è stato Vincenzo Iaquinta, perchè ci siamo completati oltre Totò Di Natale che è simile a me, quindi non potevamo essere una coppia d'attacco che poteva fare tutta una annata insieme. Invece con Vincenzo ci completavamo un po' di più perchè lui essendo agile, forte e grosso si portava via gli uomini e io potevo sgusciare tra i varchi che si aprivano.

Il rigore parato? Non capita a tutti. Siamo andati a Lecce per giocare la Coppa Italia, eravamo sul 4-5 per noi e al 90' viene espulso Handanovic. Io già mi mettevo in porta di solito a fine allenamento, mi piaceva stare in porta. Dissi che andavo io in porta, mentre Spalletti voleva che andasse Muntari. Io però mi sentivo di andarci. Mentre mi infilavo i guanti e la maglietta di Handanovic, che mi arrivava al ginocchio come una gonna, sul dischetto c'erano Vucinic e Bojinov che litigavano per chi doveva battere il rigore. Poi Vucinic andò deconcentrato e innervosito per quella lite. Io pensavo che era inutile che mi buttassi, perchè tanto 99,9% mi faceva gol. Appena lui ha iniziato la corsa, mi sono spostato un po' verso destra. Lui col piede di richiamo l'ha tirato centrale e io col collo sinistro l'ho tirata fuori. E' stata una ovazione perchè poi l'arbitro ha fischiato la fine".

Sezione: Gli ex / Data: Ven 08 maggio 2020 alle 21:27
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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