Domenica gli occhi dell’Italia intera saranno rivolti allo stadio Friuli. Il motivo è semplice: Arthur Antunes Coimbra detto Zico torna ad Udine, la città a cui tanto ha dato e dalla quale altrettanto ha ricevuto, il luogo in cui per quasi due anni ha regnato la magia. O Galinho era proprio così, magico ed imprevedibile. Era un calciatore speciale per quello che sapeva regalare ed offrire agli spettatori.

Reincarnava quel jogo bonito ancora in voga nel Brasile, prima della rivoluzione calcistica al termine degli Anni ’80. Bisognava giocare per vincere, ma anche per divertire. Non esisteva vittoria senza aver espresso un calcio attraente. Anche per quella filosofia così radicale ma affascinante i verdeoro incassarono alcune sconfitte drammatiche, come Maracanazo del 1950 o la disfatta del Sarrìa nel 1982. In Spagna c’era anche lui, Zico. Non gli era bastato essere come sempre estroso e geniale. La tattica italiana ebbe la meglio sul Brasile. Forse, quella partita gli rimase così tanto impressa da covare il desiderio di misurarsi di nuovo con il calcio azzurro, ma stavolta nella nostra penisola.

Il Galinho era un poeta con gli scarpini. Si divertiva a comporre, ricamare, giocare. Eppure, come ogni artista, aveva sempre bisogno di stimoli ed ispirazioni. Nel 1983, quando venne in Italia, decise di imparare dai migliori tattici, carpire i loro segreti, mantenendo comunque l’anima carioca e la sua filosofia. Con risultati sorprendenti. Era il perno del gioco. Tempo dopo, Claudio Gentile, difensore azzurro che lo marcò nel mondiale 1982, disse che vedere il brasiliano giocare era qualcosa di unico e coinvolgente, in quanto capace di tirare fuori il meglio da ogni compagno. Se Maradona era un fenomenale trascinatore individuale, il Galinho era un collante portentoso.

Il solco che Zico ha tracciato in Friuli va ben oltre le sue finte e le sue traiettorie ammalianti su punizione. Lo testimoniano i tanti aneddoti su di lui. Ognuno era colpito da qualche aspetto: chi amava la sua tecnica, chi il suo carisma, chi il modo di fare educato e sempre disponibile. Ha travolto un’intera generazione, pazza di lui e del suo modo di giocare ed esprimersi su un campo da calcio. Per questo, ora, il cuore del Friuli batte con impazienza, mentre il resto d’Italia ripensa con ammirazione a quanto ha dato questo straordinario campione all’intera Serie A.
 

Sezione: Focus / Data: Gio 16 febbraio 2017 alle 13:00
Autore: Federico Mariani
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