Trieste è forte, e lo si sapeva; Trieste era già ottima, l’inserimento di Fernàndez ha aumentato la pericolosità offensiva e il tasso di esperienza. Javonte Green lo conoscevamo, e Bowers deve operarsi al ginocchio per cui è fuori. Però...

Però quando c’è un derby, bellissimo e giocato fino in fondo in maniera totale dalle due squadre, lo spettacolo avrebbe bisogno anche di una terna arbitrale all’altezza, non di tre signori parsi troppo spesso, usiamo un eufemismo, indietro di condizione psicofisica.

Gagno, Morassutti e Maffei sono stati la nota stonata della serata: per due quarti tutto sommato tengono, ma negli ultimi quindici minuti della gara si scatenano, dando (purtroppo) l’impressione di fischiare a senso unico. Impressione, dico, perché di certo è stato tutto casuale.

Il fallo antisportivo di Nobile su Green c’era, ma due minuti prima Cittadini “mena” Mortellaro guadagnandosi un buffetto. Su una delle ultime, decisive azioni indovinano un fallo a Dykes (il terzo in attacco per la GSA) dopo un tuffo disperato di Coronica (palese “flopping”), stranamente sancendo personale a KayDee ma rimproverando il triestino. Il tecnico a Lino Lardo, poi, ha dell’inverosimile visto che il coach bianconero stava solamente chiedendo conto con educazione di alcune decisioni apparse ai più improvvide (e non voglio pensar male). Di contro il lungo triestino col 55 sembrava voler protestare pure per la temperatura della palestra, senza ricevere alcun provvedimento.

Detto ciò, la vittoria di Trieste (apparsa più avanti nella preparazione) non è affatto immeritata: alla fine il punticino di vantaggio (78-79) è tutto nel parziale, alla fine del terzo periodo, quando in tre azioni mettono dentro dieci punti; e nel tiro dell’ave Maria di Loschi (che non gli andava lasciato!) a tre minuti dalla fine.

Non ci eravamo esaltati ieri; non ci deprimiamo stasera, ricordando le scoppole ricevute l’anno passato dai giuliani in pre-season. Lardo ha evidentemente usato la gara come un laboratorio, provando i propri giocatori in posizioni diverse da quelle usuali (Diop da “3” ad esempio) e focalizzandosi sui movimenti della propria squadra anziché concentrarsi su quelli dell’avversaria. Dalmasson invece l’ha presa in maniera diversa: Trieste avrà il 22 e 23 settembre la Supercoppa LNP con Biella, Treviso e Ravenna, primo impegno ufficiale della stagione.

Udine ha giocato benissimo per 25’, mentre ha sofferto il finale di terzo quarto ed è sembrata arruffona nel quarto. Bisognava approfittare dell’occasione in cui Trieste, in difficoltà sugli esterni A.P.U. ma anche sul totem Pellegrino (che stasera ha avuto un minutaggio sostanzioso), giungeva al bonus di falli dopo pochi minuti. Si è cercato troppo Ciccio sotto le plance, dove Janelidze lo ha sofferto tantissimo e Cittadini, esperto e capace, era in debito di ossigeno a causa del superlavoro; era ovvio che i quattro giocatori perimetrali si sarebbero schiacciati a proteggere il proprio centro permettendo migliori conclusioni da fuori. Due palle perse sono alla fine state decisive, come importante la decisione di Lardo nel tenere fuori per lunghi minuti Veideman e Dykes. In una gara normale ci saremmo chiesti il perché; stasera voleva verificare la tenuta di un quintetto gestito per periodi importanti da Vitto Nobile. Il quale è parso più sicuro dei propri mezzi rispetto all’anno passato, rischiando un paio di “step back” ed una tripla di notevole spessore.

Minutaggio ridotto per Diop, cui è capitata fra le mani una palla importante frustrata dall’ennesima incomprensibile decisione arbitrale (infrazione di passi che non esiste, se non vengono considerate tali le due passeggiate di Green nel terzo quarto). Opinione personale? Il ragazzo è giovanissimo e va centellinato, specialmente in una fase così embrionale della preparazione.

Come ieri, niente graduatorie. Certo che un Raspino formato odierno mi fa pensare che Udine, in difesa come in attacco, ha trovato Tommy Boy. Ottimo il lavoro di Benevelli in difesa, dove si è sacrificato in marcature durissime; Dykes sta trovando il feeling con i compagni ed ha incrementato l’intensità difensiva; Rain sta caricando le batterie, e all’esordio sarà più che pronto. Tutta la squadra, dal bravo Mortellaro a Ferrari a Microwave Pinton (che sta aggiustando il mirino) hanno dato tutto.

In fase di presentazione della stagione ci pareva giusto indicare in Trieste la miglior candidata alla vittoria del girone: dopo stasera ne siamo ancor più convinti. Così come siamo sicuri che Udine, su quella tavola, ci sta alla grande. Nota a margine: Treviso di Antonutti e Pilla, altra favorita per le piazze che contano, ha preso una quindicina di punti dalla Reyer battuta bene ieri dalla GSA.

Avremmo voluto alzare la coppa, questo è certo: ma anche in quel caso avremmo considerato le due gare di Lignano solamente delle gare di preparazione. E in tal senso Udine esce ampiamente promossa.

Pronta rivincita a Monfalcone, nel prossimo weekend, assieme ai croati del Košarkaški klub Škrljevo e alla Fortitudo Agrigento di Franco Ciani.

Sezione: Focus / Data: Sab 02 settembre 2017 alle 23:59
Autore: Franco Canciani
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