“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Probabilmente Agatha Christie avrebbe affermato che il quarto indizio indica una certezza quasi assoluta. E allora l’Udinese deve fare i conti con una preoccupante tendenza. In questo campionato, i friulani hanno trovato particolarmente indigeste le formazioni neopromosse. In quattro incontri, sono arrivati due pareggi ed altrettante sconfitte. Zero successi e solamente due punti su dodici a disposizione. Un bilancio misero, anche perché ottenuto contro squadre che, sulla carta, dovevano fornire i mattoncini per costruire le fondamenta della salvezza bianconera.

La tendenza va controcorrente rispetto al passato in modo pericoloso. Basti pensare che, nelle ultime due stagioni, l’Udinese aveva costruito la sua fortuna proprio dai confronti con i piccoli team. Un anno fa, negli scontri diretti con le squadre salite dalla B arrivarono 13 punti su 18 a disposizione, due in meno rispetto agli incroci del campionato precedente. Era dal 27 agosto 2017 che una neopromossa non aveva la meglio sui friulani: in quell’occasione, la Spal superò per 3-2 la formazione di Luigi Delneri. Bisogna tornare ancora più indietro nel tempo per trovare una sconfitta interna dei bianconeri contro una squadra salita dalla categoria cadetta. Il 15 maggio 2016 fu la data dell’ultimo acuto del Carpi in Serie A, ottenuto tra le mura della Dacia Arena. In quell’occasione, fortunatamente, la sconfitta fu indolore, dato che la salvezza era arrivata con un turno d’anticipo. Stavolta, il k.o. rischia di riaprire seriamente la lotta per non retrocedere, vanificando così il successo contro il Cagliari. Oltre a scarsa concretezza in avanti, sbandate difensive e statistiche negative in generale, ora c'è anche la sindrome da piccola tra le piccole da combattere. E se anche il fattore campo inizia a traballare, l’Udinese ha di che preoccuparsi.

Sezione: Focus / Data: Dom 20 gennaio 2019 alle 09:00
Autore: Federico Mariani
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