Da quando Gabriele Cioffi è tornato a sedersi sulla panchina dell’Udinese, i friulani sembrano aver cambiato marcia, tornando a mostrare alla propria gente i tratti che da sempre la contraddistinguono, nella fattispecie l’intraprendenza, l’abilità nelle ripartenze e lo spirito di gruppo nei momenti di difficoltà. Valori che l’hanno portata a conquistare ben 4 punti su due campi difficili come quello di Monza e di San Siro, con in mezzo una dignitosissima eliminazione ai supplementari di Coppa Italia contro il Cagliari, impegno utilizzato come occasione per mettere in vetrina uno schieramento di giovani dalle verdi prospettive. Quali sono, dunque, i meriti del tecnico toscano in questi primi giorni di gestione?

Innanzitutto, un primo fattore tangibile è il recupero dei cosiddetti “pretoriani”, quello zoccolo duro tanto criticato nella gestione Sottil e che ora si sta avvicinando al suo reale livello di rendimento. Si sta parlando del nucleo composto da Silvestri, Bijol, Perez, Walace, Pereyra, tanto per citarne alcuni. Manca all’appello ancora qualche nome altisonante (vedi ad esempio Lovric o Samardzic), ma l’impressione è che anche loro possano tornare ben presto a brillare come un tempo. Una volta completato l’inserimento dei tanti ragazzi di prospettiva, per gli obiettivi che appartengono ai friulani, l’organico può definirsi di tutto rispetto.

Il secondo aspetto è un generale miglioramento della qualità di gioco, tradotto in una ritrovata organizzazione in fase difensiva e in una maggior intraprendenza in quella offensiva, specie nelle ripartenze, ultimamente accompagnate da più effettivi. È questa, da sempre, l’arma migliore dei bianconeri per colpire gli avversari (specie quelli di grande blasone come può essere il Milan), ma da qualche tempo a questa parte un contropiede veloce si è visto col contagocce.

Ultimo, ma non per importanza, l’aspetto psicologico. Già dai tempi in cui ha sostituito Luca Gotti, in molti hanno riconosciuto nel tecnico toscano delle grandi capacità motivazionali e di gestione del gruppo. Lo dimostrano l’atteggiamento in campo di tutti gli interpreti ed i sentiti abbracci a fine gara tra gli atleti e lo staff tecnico, prova tangibile di un’unità d’intenti che forse era venuta meno, anche a causa dei deludenti risultati fin qui ottenuti . Le formazioni schierate nei primi tre impegni della sua gestione, dimostrano che il classe 1975 è intenzionato a far sentire tutti – ma proprio tutti! – parte integrante del progetto.

È troppo presto per emettere giudizi o per lasciarsi travolgere dall’entusiasmo. L’Udinese non è ancora uscita dalla crisi e la classifica rimane deficitaria, ma ciò che di più conta sono i molteplici segnali di ripresa riscontrabili a livello individuale e collettivo. Con il tempo ed il duro lavoro non si può che migliorare e, se questo è l’inizio, non vediamo l’ora di vedere il resto.

Sezione: Focus / Data: Lun 06 novembre 2023 alle 11:30
Autore: Samuele Marcon
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