Cristiano Ronaldo, il colpo del secolo, indubbiamente ha cambiato la Juventus e molto probabilmente anche il calcio italiano. Un colpo inatteso, una fiammata che ha incendiato i cuori dei sostenitori juventini e non solo accendendone le fantasie più fervide, dalla Champions al vanto di riavere finalmente un campione di questo calibro in Serie A.

Come un tornado si è abbattuto, fortissimo, sul nostro campionato, riportandoci ai fasti del passato, agli Anni Ottanta, quando da noi giocavano i mundial dell'82, da Zoff a Scirea, da Tardelli a Pablito Rossi, Maradona Zico e Platini, Falcão Leo Junior e Cerezo e gli Anni Novanta con Gullit-Rijkaard-Van Basten e il brasiliano Ronaldo all'Inter.  Il suo arrivo, una vera e propria rivoluzione, ha restituito al nostro calcio il ruolo che merita, dopo anni passati ai margini. La Serie A, che non era più considerata competitiva, tecnicamente ed economicamente, terre di fuoriclasse erano diventate soltanto Spagna, Inghilterra e il Psg in Francia. Oggi non è più così, l'Italia è rinata grazie all'arrivo di uno dei calciatori più forti di tutti i tempi. Pallone d'oro per eccellenza, CR7 nella sua carriera ha collezionato numeri che sono impressionanti: in nove stagioni al Real Madrid ha conquistato 16 titoli, comprese quattro Champions League, diventando migliore goleador di sempre, con 451 reti in 438 partite. 

Ma perché lasciare il club più titolato al mondo, la squadra più forte per una nuova sfida? Il cambiamento fa parte del carattere dell'asso portoghese. Cercare sempre nuove sfide, nuovi stimoli, nuovi record da battere. A 33 anni Ronaldo ha ancora il fuoco dentro e ha scelto, anziché le mete dorate ma poco accattivanti degli USA o dei mercati orientali, una squadra che ambisce a grandi traguardi. Ronaldo ha voluto dimostrare a se stesso e al mondo “pallonaro” di essere il migliore di sempre, capace di vincere a prescindere dal contesto, dai compagni, dal campionato. Ha vinto in Inghilterra, a Madrid, in una militanza di nove anni e adesso sfida il calcio italiano, per antonomasia il più complicato tatticamente, il più difficile, perché fatto di difensori arcigni e tecnici abili a costruire le gabbie tanto odiate dai goleador. 

Ronaldo ha nello sguardo la cattiveria dei grandi cannibali e la sicurezza dei migliori. Non è superbia, ma consapevolezza, convinta, dei propri straordinari mezzi fisici e tecnici. C'è chi dice che abbia un'età biologica di dieci anni inferiore a quella anagrafica. Nell'ultimo quadriennio ha un rapporto presenze-gol migliore che nel precedente, segno tangibile di come Cristiano sia come il vino. Più invecchia e più sa di buono

Sezione: Focus / Data: Sab 06 ottobre 2018 alle 09:43
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print