Se c'era una partita da vincere, quella contro il Verona era una di queste, e averli seppelliti con quattro gol e rispediti a casa a scrivere letterine a Giulietta è stata una soddisfazione enorme.
C'era grande attesa per questa partita, la curiosità di vedere come avrebbe reagito la squadra dopo la vittoria a San Siro contro l'Inter era tanta, perché il timore di ricadere in vecchi difetti di concentrazione poteva essere dietro l'angolo contro una squadra che sulla carta era alla portata. Ed invece i bianconeri hanno fornito una prova di maturità strabiliante, hanno aspettato il momento per colpire e poi hanno legittimato la loro superiorità tecnica e fisica affondando il Verona, come è giusto che si faccia quando la differenza con l'avversario è evidente. Da squadra consapevole, da squadra che sa cosa
fare in campo.
Questa è la vera novità dell'Udinese. Oddo ha insegnato movimenti con e senza palla, che si tratti di un difensore, di un centrocampista o di un attaccante, il concetto non cambia: mi muovo in base al movimento del mio compagno e viceversa. Tutti sanno cosa fare.


Aver giocato con intelligenza e pazienza una partita che “era da vincere”, come quella contro il Verona, è il segnale che la squadra ha completamente svoltato. Poi vabbè, se in campo hai un mostro come Barak tutto viene molto più semplice, perchè uno che sa quando inserirsi e sa vedere la porta non ce l'hanno tutti. Come Lasagna, anche lui a segno, questa volta con un gol pazzesco, da bomber. Quel bomber che tanto aspettavamo.
Questa è l'Udinese di Oddo, la sua creatura, plasmata e modellata a suo piacimento, che macina punti,
vittorie e avversari. Una macchina da gol.

Sezione: Focus / Data: Dom 24 dicembre 2017 alle 10:25
Autore: Paolo Minotti
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