Questione di testa e motivazioni. Si era aperto così il dibattito post Bologna-Udinese. Si può ripartire da questo aspetto anche per analizzare Udinese-Atalanta. Certamente i nerazzurri avevano l’obbligo di vincere per mantenere il passo della Lazio. Tuttavia, anche tra i bianconeri c’era chi aveva il bisogno di dimostrare qualcosa.

Orestis Karnezis era finito dietro alla lavagna dopo la pessima prestazione contro il Cagliari e la difficile domenica vissuta allo stadio “Renato Dall’Ara”. Ieri si è reso protagonista di un doppio intervento notevole su Gomez e Petagna. Due parate per zittire gli scettici e dimostrare di non avere ancora intenzione di abdicare a favore degli scalpitanti Scuffet e Meret. Il vecchio leone sa di non poter più fallire se vuole mantenere il posto da titolare e la reazione è stata apprezzabile. Il greco è una sicurezza ed anche quest’anno lo ha ribadito, nonostante l’ultimo periodo di flessione.

La sfida contro l’Atalanta era un test importantissimo anche per Andrija Balić. Il croato classe 1997 aveva finalmente l’occasione per dimostrare di meritarsi la maglia dell’Udinese. Sicuramente l’emozione si è fatta sentire inizialmente, rendendolo poco incisivo. Poi si è sbloccato ed ha iniziato ad esprimersi su ottimi livelli. Vivace e preciso, ha messo in mostra un ottimo repertorio. Andrebbe rivisto all’opera nelle prossime gare.

Sono arrivate conferme importanti anche da parte di Rodrigo De Paul. L’argentino classe 1994 ha giocato una partita di grande spessore. Ha unito il dribbling ad una visione di gioco notevole. Ha cercato gloria personale, ma si è anche appoggiato ai compagni. Non è un caso se il gol del pareggio è arrivato grazie ad una sua giocata illuminante. Ha ribadito di essere uno dei punti di forza dell’Udinese. Tutto il contrario di quello che sembrava solamente 6 mesi fa.

Il pallone invitante offerto da De Paul è stato ribadito in rete da Stipe Perica. Era in ballottaggio con Thereau alla vigilia. Per questo turno di campionato, il confronto è stato favorevole al ragazzone croato. Ancora una volta ha saputo concretizzare la prima occasione valida. Freddezza e cinismo: caratteristiche notevoli per un attaccante, impressionanti se si pensa che Stipe ha solamente 22 anni. Sicuramente, per la prossima stagione, qualora dovesse partire Zapata, l’attacco è in ottime mani.

Sezione: Focus / Data: Lun 08 maggio 2017 alle 16:00
Autore: Federico Mariani
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