Volti scuri, sguardi persi, tanta amarezza nelle parole dei protagonisti. Sassuolo-Udinese non regala punti ai friulani e lascia un grande carico di delusione in casa bianconera. Gli uomini di Iachini escono dal campo con negli occhi le due traverse colpite da Perica e Felipe nel finale di gara. Due legni che hanno negato un pareggio prezioso per la classifica, ma non del tutto meritato per quanto offerto nel corso dei 90 minuti.

I giocatori di entrambe le squadre concordano che la gara si può dividere in due parti: la prima, di 60 minuti, con il Sassuolo in controllo della situazione e meritatamente in vantaggio, e la seconda, di 30 minuti, con l’Udinese in crescendo. Possiamo guardare l’ultima mezzora del Mapei Stadium con fiducia e speranza per le prossime uscite. Il carattere mostrato dai bianconeri, trascinati dalla buona prova di Panagiotis Kone e tornati pericolosi sotto porta con il solito Stipe Perica. I bianconeri visti nel finale di gara sono stati decisamente convincenti e determinati.

Tuttavia, resta inspiegabile la differenza di prestazione tra le due frazioni di gioco e, soprattutto, l’approccio così rinunciatario nel corso dei primi 60 minuti. In quell’ora terribile per i friulani, si è salvato solamente Orestis Karnezis, ancora una volta determinante ai fini del risultato. Per il resto, tanti e troppi errori. Sven Kums è stato irriconoscibile e non ha mai protetto la difesa, Jakub Jankto ha mostrato qualche limite dettato anche dalla giovane età. Cyril Thereau ha replicato la prestazione opaca del match contro la Fiorentina, pagando anche le poche iniziative dei compagni. Il francese ha sostituito sullo scacchiere di Iachini uno spento De Paul. La difesa è stata aggredita e pressata soprattutto sulle fasce, a dimostrazione dell’ottima lettura della partita da parte di Di Francesco e dei suoi uomini. I neroverdi hanno colpito dove sapevano che l’Udinese avrebbe sofferto. A sorpresa, viste le tante defezioni tra i padroni di casa, i friulani non hanno saputo fare altrettanto, affidandosi principalmente alla forza di volontà e alla determinazione di strappare un pareggio.

Se la sconfitta contro il Chievo Verona non doveva preoccupare in quanto figlia di episodi ed errori individuali, ora la prestazione insufficiente di ieri deve suonare come un campanello d’allarme. La classifica non fa ancora paura, ma è meglio correre ai ripari ora finché si è in tempo. Non è il caso di rischiare un nuovo finale di campionato da infarto come l’anno scorso. Non se lo meritano i tifosi, ancora una volta straordinari nel sostenere la squadra. Non è un bel segnale per il progetto a strisce bianconere faticare ogni anno in questo modo. Serve un cambio di rotta deciso. Magari, a partire dal match contro la Lazio.
 

Sezione: Focus / Data: Lun 26 settembre 2016 alle 13:00
Autore: Federico Mariani
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