Ieri sera è andato in scena uno dei più grandi drammi della storia dello sport italiano. Un'intera nazione e non solo si è fermata per provare a spingere gli Azzurri al Mondiale, uno degli eventi più attesi da appassionati di calcio e non, ma né il supporto degli oltre 70 mila di San Siro né i tentativi, imprecisi, degli undici in campo di provare a ribaltare il risultato dell'andata sono riusciti a portare la Nazionale a Russia 2018. Tra giugno e luglio, quindi, niente ansia, attesa, sofferenza e gioie e, inoltre, niente inno da cantare a squarciagola come da sempre fa Gianluigi Buffon. Proprio lui, il capitano di questa nazionale, l'uomo simbolo dell'Italia calcistica nel mondo, ieri sera ha detto addio alla maglia azzurra, in lacrime, davanti a milioni di italiani, delusi e arrabbiati per il risultato. Ancora una volta, Gigi ci ha messo la faccia e ha chiesto scusa a nome di tutti, lui che, probabilmente, è l'uomo con meno colpe in questa Nazionale. Lui, che ha sempre svolto il suo ruolo egregiamente, come nessuno nella storia, e aiutato i colori azzurri a trionfare nel 2006 e a raggiungere traguardi insperati quando tutti davano per spacciata la Nazionale, come negli ultimi due Europei, si è presentato davanti ai microfoni per dire che quella maledetta partita contro la Svezia è stata la sua ultima da capitano della Nazionale. Era in lacrime, come fosse un bambino a cui hanno rubato un giocattolo. Perché a Gigi hanno rubato un sogno, quello di giocare il suo sesto mondiale, battendo così l'ennesimo record di una carriera strepitosa, sia a livello di club che di Nazionale, e appendere i guantoni al chiodo con la gioia di indossare la maglia azzurra, a meno di una vittoria della Champions con la Juventus. Era in lacrime, Gigi, perché qualcuno gli ha portato via il suo sogno e quel qualcuno non è solo il tanto accusato e criticato commissario tecnico Ventura, che avrebbe dovuto presentarsi anche lui davanti alle telecamere per rassegnare le dimissioni, cosa che però non ha fatto. Il ct ha le sue colpe, ma se Buffon e la Nazionale italiana non andranno al mondiale la colpa è anche di chi governa il nostro calcio che, anno dopo anno, sembra andare sempre più in rovina, abbassando continuamente il livello nazionale dello sport più seguito dagli italiani, comportando anche la presenza in campo di gente che, come molti di coloro che ieri hanno giocato contro la Svezia, non sarebbero degni di indossare la maglia di una delle Nazionali più importanti del pianeta. Tutti hanno colpe, eccetto Buffon, ma Gigi, oltre ad essere un campione, è soprattutto un grandissimo uomo e proprio per questo è stato lui a chiedere scusa a nome di tutti ed è stato l'unico, finora, a salutare, assieme ad altri pilastri come De Rossi e Barzagli, mentre un altro dei punti fermi della Nazionale, Giorgio Chiellini, potrebbe farlo a breve. Con l'addio di Buffon all'azzurro termina un'epoca, perché tutti coloro che sono nati dalla fine degli anni '80 in poi, salvo alcune eccezioni, non ricordano una nazionale senza Gigi e senza il suo carisma. Quel carisma che nessuno mai potrà avere. Perché se rifondare un calcio che sta crollando a pezzi è un'impresa difficilissima, clonare Gigi Buffon è impossibile. E anche per questo qualcuno dovrà chiedere scusa a lui e a tutti gli italiani se il sogno di un Uomo, con la U maiuscola, si è infranto in questo modo.
Sezione: Focus / Data: Mar 14 novembre 2017 alle 12:30
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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