In tanti abbiamo sognato il suo ritorno sulla panchina dell'Udinese. Un ritorno, quello di Francesco Guidolin, che qualche mese fa è andato ad un passo dal concretizzarsi: "Ci è mancato davvero pochissimo perchè tornassi. Poi ho preferito lasciar perdere, meglio non correre il rischio di intaccare il ricordo e i risultati ottenuti in passato" ha raccontato il tecnico di Castelfranco ai microfoni del Messaggero Veneto "L'Udinese ha fatto bene a scegliere un tecnico giovane. Quando viene a Udine devi avere voglia di lavorare, di stare sul campo, di confrontarti con tante mentalità diverse e far respirare al gruppo senso del dovere e spirito di appartenenza. La società ti mette a disposizione sempre una rosa valida: male che vada devi fare 45 punti, se sei bravo ne devi fare 50, se i giocatori crescono in fretta puoi superare quota 60 e andare in Europa. Il 3-5-2 è proprio il marchio di fabbrica dell’Udinese. Oddo è ripartito da lì. Si vedeva chiaramente che era l’abito giusto per questa squadra. A me però, il 3-5-2 non piace, meglio il 3-5-1-1 che diventa quasi un 3-6-1.

Chi mi piace di più? Barak. Ma a centrocampo l’Udinese ha tanti elementi molto interessanti.

Futuro da ct? Credo che del nome grosso ci sia bisogno, ma prima di quello bisogna mettere in ordine la politica del nostro calcio. Se vogliamo essere competitivi a livello europeo bisogna fare riforme. Quanto a me, nel 2014, viste le telefonate che mi arrivavano, un pensierino all’azzurro ce l’avevo fatto. Oggi non più".

Sezione: Focus / Data: Mar 16 gennaio 2018 alle 12:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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