Finalmente si è rotta la maledizione. Rolando Mandragora torna al gol dopo un lungo digiuno, un’astinenza che durava da quasi undici mesi, dalla rete contro l’Atalanta a febbraio, quando ancora vestiva la maglia del Crotone. È una marcatura pesante, sia per la bellezza del gesto atletico con cui ha infilato la porta avversaria, sia per il valore del centro.

Si sapeva che il centrocampista classe 1997 non era un goleador, date le sue due reti realizzate finora, ma le aspettative riposte su di lui erano comunque molte ed importanti. Ad Udine, la promessa scuola Juventus era atteso ad una stagione da protagonista, un’annata utile a mostrare le sue grandi qualità. Ed invece, finora, il campionato di Mandragora si è rivelato al di sotto degli standard a cui aveva abituato gli appassionati. Il ragazzo ha faticato ad inserirsi pienamente negli schemi prima di Velazquez e poi di Nicola, poco aiutato dalle difficoltà della squadra e dai cattivi risultati ottenuti in questo girone d’andata. Gli alti e bassi sono stati una costante nelle sue prestazioni.

Questa rete, però, potrebbe davvero rappresentare una svolta. In parte, per la carica che solo un gol sa infondere. In parte, perché lentamente Mandragora dà l’impressione di aver compreso come rendere al meglio nella macchina di Nicola. E poi, se una rete tira l’altra, c’è anche la voglia di superare il vecchio primato di marcature, fermo alle due della scorsa stagione, dimostrando di essere pronto per ritagliarsi uno spazio importante ad Udine come nella Serie A. Motivazioni più che sufficienti per far sperare in un girone di ritorno da protagonista per Mandragora.

Sezione: Focus / Data: Lun 24 dicembre 2018 alle 13:30
Autore: Federico Mariani
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