Paolo Poggi ha parlato oggi ai nostri microfoni della situazione in piena chiusura totale, queste le sue parole.

Quando si riprenderà a giocare secondo te? “Mi sembra fuori luogo parlare di date. Si può parlare di soluzioni, ma di date non mi sembra giusto, penso sia da pensare più a chi combatte il virus. Se non ci riesce chi ha conoscenza della situazione e le competenze necessarie, figuriamoci gli altri. Poi pensate che i giocatori siano disposti a scendere in campo ora? Non ci sono neanche le condizioni psicologiche per riprendere. Quindi va bene trovare soluzioni per riprendere, ma non si possono dare tempi attualmente. Hanno messo il 13 aprile ora come data, poi dopo si chiede di uscire con attenzione, con cautela, seguendo certe indicazioni. Non è pensabile giocare una partita di calcio dove il contatto è parte essenziale del gioco".

Hai paura per questa situazione? "Il pensiero c’è sempre, non solo per me, ma anche per quello che riguarda la famiglia, io e mia moglie ci alterniamo nell’andare a fare la spesa nel rispetto delle norme. Le precauzioni minime che bisogna avere. Ma come fai a non essere in pensiero per genitori, fratelli, parenti".

Com'è Venezia in questi giorni? "Venezia in questo momento è impressionante, da casa mia non si vede molto, ma dalle case attaccate alla laguna si vede l’acqua incredibilmente pulita e bella. È paradossale non poter vivere una città vuota ora che è così bella".

Infine un pensiero per il futuro: "Non riesco a immaginare gente che ha lavorato, che lavora, che ha sudato per portare a casa alla propria famiglia qualcosa di bello e che ora è abbandonata a sé stessa senza prospettive. È una cosa che fa star male. È un imbarazzo anche vedere chi deve rimanere aperto, non è pensabile chiedergli uno sforzo e poi lasciarli senza i mezzi per proteggersi dal virus. Serviranno iniziative importanti".

Sezione: Focus / Data: Gio 02 aprile 2020 alle 22:41
Autore: Davide Marchiol
vedi letture
Print