Contro il Cagliari si è rivisto finalmente il vero Rodrigo De Paul. Inizio sotto tono, poi la scintilla, un gol incredibile, con la palla accarezzata come pochi altri sanno fare e piazzata sotto l’incrocio. La giocata, decisiva, che da tempo tutti noi aspettavamo da lui, la giocata da tre punti. Pensavamo di averlo perso definitivamente dopo un avvio di stagione decisamente al di sotto delle aspettative, dopo il rosso a San Siro e prestazioni da insufficienza in pagella. E invece no.

Piaccia o non piaccia nelle vittorie dell’Udinese c’è di mezzo sempre il suo zampino, alla prima contro il Milan con il corner pennellato sulla testa di Becao, a Genoa con un siluro sotto la traversa, con il Cagliari con una perla degna dei più grandi interpreti bianconeri. Qualche pausa di troppo, questo è vero, ma l’argentino continua ad essere una risorsa importante. Lo sa Gotti, lo devo capire la critica.

Eppure il Friuli rumoreggia, lo fischia ingiustamente alla lettura delle formazioni, brontola al primo errore. Perché? Forse per stimolarlo, forse per fargli capire che l’Udinese deve essere una scelta non un’opzione di ripiego. Forse perché con questo 10, arrivato dopo il grande Totò, in realtà non si è mai creato il giusto feeling.

Odi et amo, un continuo saliscendi. Dalle lacrime dello scorso maggio, al cuore viola postato ad agosto, fino al rinnovo nonostante le continue voci di un suo passaggio all'Inter. Che farà a gennaio? Marino è stato chiaro, vale 50 milioni e chi lo vuole deve sborsare quella cifra. Nessuna intenzione di cederlo a meno ed è per questo che le big che lo seguivano ora si sono improvvisamente allontanate. Scelta giusta quella della società a parer mio, i giocatori migliori vanno valorizzati e difesi anche in questo modo, solo così possono capire il valore di questo club.

Ora spetta a lui dimostrare di essere veramente un giocatore che ha qualcosa in più, un campione. A Udine, con questa maglia indosso. Un salto di qualità per diventare un big. 

Sezione: Focus / Data: Lun 30 dicembre 2019 alle 09:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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