Lo so: percentuali basse, una gara che si poteva (doveva?) mettere in ghiaccio prima; tante palle perse, qualche disattenzione.

Lo so: Udine queste gare le deve vincere e basta.

Lo so.

Ma so anche che questa è la mia A.P.U. Una squadra che non lascia indietro nemmeno un pallone, che difende duro e tiene le avversarie a punteggi immensamente inferiori alle proprie medie (Casalpusterlengo vantava l’attacco più prolifico del girone). E fuori Powell (scavigliato), con Penna non in perfette condizioni coach Demis ha tanto da Spongy Spanghero, ma anche dal duo sotto le plance, che svita 21 lampadine e tiene Ogide meglio che può e gli altri lunghi molto fuori dalla gara; in particolare trova Maurino il Capitano, il quale mette le triple necessarie ad arginare l’unico momento negativo della gara, in quel terzo quarto troppo spesso fatale: non stasera.

Il resto della compagine di un Ceccarelli al solito esagitato ha reso per quel che Udine ha lasciato fare; i giustizieri di Verona sono stati tenuti, tutti, a bada; anche il temuto Murry ha spadellato in lungo e largo, solo parzialmente bilanciato dall’usato sicuro Ogide (venti punti per lui).

Udine stasera ha messo in campo l’intensità che si chiede a chi vuole, in futuro, diventare grande; la difesa che coach Cavina (e noi) desidera, ed è un segnale chiaro il fatto che nel primo tempo la panca friulana abbia chiamato timeout molto dentro la gara.

Segno che i ragazzi, al netto (come sottolineato) di un mirino da allineare, hanno eseguito in campo i dettami decisi in settimana. Ché l’Assigeco è formazione che non si batte da sola.

Udine ha vinto proprio per questo: nei momenti decisivi non ha mollato il volante, ha messo dei tiri che invece i casalinghi hanno fallito e sotto l’anello, nel pitturato, hanno lasciato solo briciole agli avversari specie nel quarto decisivo, vinto 20-11 dai bianconeri.

I quali, peraltro, hanno perduto solo il terzo periodo, quello nel quale avrebbero potuto (dovuto) piazzare la spallata decisiva: sul +7 e palla in mano hanno invece subìto una penetrazione dritto-per-dritto di Formenti che ha dato il la alla rimonta dei piacentini.

Fa nulla: alla fine due punti che, come dicevo a qualcuno che so avere sofferto un bel po’, ne valgono sei. Perché si accorcia su Forlì e Montegranaro, oggi sconfitte; si tiene il passo di Treviso e Bologna, soprattutto si mettono due vittorie in striscia che valgono per classifica e morale.

Tutto bene? C’è da lavorare, e tanto. Sperando di recuperare Marshawn, oggi in campo solo 8’ prima di scavigliarsi, abbandonare il campo e rendere più difficile la gara dei suoi compagni, per la gara contro Cento.

Cento: squadra sottovalutata, in un girone in cui quella che molti esperti davano come cenerentola del campionato, la Bakery Piacenza, espugna l’invitto campo di Montegranaro.

Ma qui non si molla niente: si studia da grandi, e sono certo lo si diventerà. Lo dico anche ai colleghi che, nella sala stampa dello Stadio Friuli, mi spiegavano come i giocatori siano scarsi ed io illuso. Magari dall’alto di una palla a spicchi mai neanche tenuta in mano.

Felice di essere illuso, se con questo vivo bene. Da vecchio tifoso di Mobiam, Snaidero-I, Gedeco, Australian, Fantoni…

Sezione: Focus / Data: Lun 05 novembre 2018 alle 08:12
Autore: Franco Canciani
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