Domenica 21 febbraio 2016 entrerà nella storia come la data che probabilmente potrebbe aver segnato un punto di non ritorno nel rapporto d’amore tra Francesco Totti e la Roma. Nel corso di un’intervista rilasciata in esclusiva al TG1, il capitano e simbolo della squadra giallorossa ha manifestato apertamente la propria insofferenza per la situazione in cui si trova, accusando sostanzialmente il tecnico Luciano Spalletti di averlo messo ai margini del progetto senza rispetto. Inevitabilmente c’è stata anche la reazione dell’allenatore romanista: dopo un acceso confronto, il giocatore è stato escluso dalla lista dei convocati. Una decisione fatta a fin di bene per la squadra secondo Spalletti, ma poco gradita dal pubblico giallorosso.
Mentre in casa Roma si verificava lo strappo, l’Udinese crollava sul campo del Genoa, rimontata dalle reti di Cerci e Laxalt. Il capitano dei friulani Antonio Di Natale, risolutore di tante gare a favore dei bianconeri, stavolta è stato determinante in negativo, fallendo il calcio di rigore procurato da Thereau. Il post gara dell’Udinese al “Luigi Ferraris” è stato piuttosto turbolento. Secondo quanto riportato da TuttoMercatoWeb.com in esclusiva, si sarebbe verificato un diverbio dai toni piuttosto accesi tra lo stesso Di Natale ed il tecnico Stefano Colantuono. La notizia è stata smentita direttamente della società ma è evidente che il rapporto mai realmente decollato tra la bandiera bianconera e l’allenatore ex Atalanta non funziona. I due non si sono mai capiti. Questione di feeling, di alchimie. E di scelte tattiche. Di Natale non si è inserito nel gioco di Colantuono come il tecnico avrebbe voluto e sperato e dall’altra parte non sembra esserci stata la volontà di adattare gli schemi al giocatore più rappresentativo in casa Udinese da diversi anni a questa parte.
Inoltre come nel caso Totti-Spalletti, c’è alla base anche una gestione non semplice di una bandiera storica che si appresta a vivere gli ultimi mesi (o anni) ad alti livelli, prima di dire basta con il calcio. Spalletti ha scelto rapidamente la linea dura, memore delle turbolenze che avevano contraddistinto la fase conclusiva della sua prima avventura romana. Stavolta ha deciso di stroncare i problemi alla radice, mostrando i muscoli anche verso i totem giallorossi. Ma se l’ex friulano può permettersi una condotta di questo tipo, forte dei risultati favorevoli, lo stesso non si può dire per Colantuono. L’attuale tecnico dell’Udinese non sta attraversando un momento semplice e non sembra essere mai entrato realmente in sintonia con tutto il mondo bianconero. Per di più la sua gestione del capitano Di Natale ha fatto più volte discutere. Inizialmente sembrava trattarsi di una scelta volta a risparmiare Totò per gli impegni della seconda parte di stagione ma, in seguito, il numero 10 bianconero ha giocato sempre meno. Colpa di una forma approssimativa o del rapporto sempre più deteriorato con il tecnico? Probabilmente solo loro, Colantuono e Di Natale, sanno esattamente cosa non funziona. Resta da capire come si concluderà questa convivenza forzata. Nel caso romano, Totti pare ormai destinato ad un addio forzato, ma per quanto riguarda l'Udinese resta tutto ancora da definire concretamente.
La squadra sicuramente ne risente. Ieri dopo la debacle sul terreno di gioco, le facce dei giocatori esprimevano una preoccupazione che andava ben oltre la delusione per una partita gettata alle ortiche. Forse c’era anche la consapevolezza che qualcosa si era rotto all’interno dello spogliatoio. Questa frattura andrà ricomposta il prima possibile perché la classifica fa paura e i prossimi impegni saranno fondamentali. Per questo serve un gruppo compatto e pronto a dare battaglia fino alla fine. Sicuramente sarà curioso vedere come reagiranno i giocatori dopo lo scontro Di Natale-Colantuono. Ieri sera la Roma ha sbranato il Palermo con un perentorio 5-0. Chissà che l’Udinese non possa trovare le risorse per interrompere questo momento negativo.
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