Caro Daniele, Caro Alessandro, Vi scrivo...

Domenica a Cividale va in scena il grande basket: l’incerottata ma resiliente e caratterialmente esemplare GSA di Lino Lardo ospita la Visitroseto.it di coach Di Paolantonio, bella realtà della categoria. 

Udine ci arriva come detto incompleta ma con un carattere tutto “friulano”; Roseto dall’alto di una classifica migliorabile, che gode della classe assoluta del miglior tiratore della categoria (Adam Smith), del buon Brandon Sherrod, del positivo veterano Amoroso e di un roster di tutto rispetto. 

Tutti ci ricordiamo dell’andata: ma a me di “vendetta del PalaMaggetti” non piace parlare. Sportivamente è ovvio che voglio si renda pan per focaccia pareggiando la vittoria abruzzese di ottobre, ma tutto si ferma qui.

All’andata, a caldo (e non me ne pento) scrissi parole rammaricate e di certo accese per come i direttori di gara chiusero una partita arbitrata sin lì impeccabilmente; parlai di come subirono la pressione del pubblico, con il punto esclamativo dell’espulsione di Ray e le conseguenze che ricordiamo tutti. Mi presi responsabilità delle parole che scrissi, confermatemi da persone presenti, e tenni il punto con le centinaia di tifosi rosetani che mi subissarono, nella migliore delle ipotesi, di critiche. Alcuni esagerarono, ma le stimmate dell’idiozia colpiscono senza esclusione di latitudine. Amen. Alcuni fra loro usano ancora sui forum l’hashtag “Pedonepiagnone”, risposta al mio “iostoconPedone”. Almeno mi pagassero i diritti... Scherzo.

Invece che presentare la gara, ho pensato di rivolgere ai due presidenti una lettera aperta, chiamandoli col loro nome di battesimo. Mi piaceva così.

Caro Daniele, inizio da Lei per dovere di ospitalità: all’epoca mi dedicò alcune righe nelle quali mi stracciò le vesti, evincendo chi io fossi senza conoscermi. Mi dispiacque, anche se comprendo perfettamente perché Lei (col Suo ufficio stampa) emanò quel comunicato (rivolto non solo a me). Mi riservo solo di criticare il tempismo, dato che lo fece 72 ore più tardi dei nostri articoli, e a bocce del tutto ferme. Ci capiamo, vero?

Lei parlò senza conoscere di me se non quel che lesse: invece io di Lei so molto. Perché? Beh, perché il mio lavoro mi porta a promuovere all’estero eccellenze enoiche italiane, e fra sud delle Marche e Abruzzo ho collaborazioni che non posso definire “fornitori”. Sono amici ed amiche fraterni, vieppiù oggi che le Vostre terre sono scosse da quel che noi quassù chiamiamo “Orcolàt”: una vibrazione che squassa l’anima e il corpo, uno choc che non se ne va più. Mai più. L’abbraccio virtuale che rivolsi solo stamane ad una Sua conterranea comprenda tutti Voi, in particolare gli abitanti del Teramano così provati. Quest’anno le mie vacanze saranno probabilmente lì da Voi, con piacere e con senso di responsabilità ché la piccola economia è il motore della nostra nazione.

Di Lei so, e lo sponsor della Sua squadra lo prova, che attivamente promuove la Sua terra, anche tramite la pallacanestro: io Roseto la conosco, sono vecchio!, da quando si chiamava Cordivari ed avevo ancora i capelli. Conosco, me lo hanno confermato, la Sua passione verso questa palla arancione a spicchi che ci tatua il cuore: la condividiamo, è per questo che non Le replicai all’epoca, pur avendone mezzi e ragioni, né lo faccio oggi. Le rimprovero solo la voglia di impartire lezioni di stile, a me ed al proprietario della A.P.U. GSA, tirando in ballo ingenerosamente antichi proprietari della pallalcesto bianconera ed all’epoca arancione: ma anche questo, me lo consenta, lo scrivo in punta di penna, con un sorriso e senza alcun rancore. 

Mi spiacque quando mancò di sottolineare che per me Roseto meritò di vincere, e sportivamente abbracciò la squadra ospite al termine della gara. Ma ci sta: così come ci deve stare che Lei, giustamente erto a difesa della Vostra fede, passi ad alcuni dei Suoi tifosi il messaggio che mia madre non pratica, ne l’ha mai fatto, l’antico esercizio del meretricio; che non ho mai votato il noto partito secessionista pur essendo nato al “Nordest” (il mio cuore sta al posto giusto), ma in ogni caso questo non cambia né avrebbe cambiato la convinzione di quanto vidi; che auspicare per me e familiari morti prossime e violente non è splendido. 

Tutto qui. 

Le àuguro, però, che questo difendere i Suoi tifosi non porti a sottovalutare chi fra loro, e come avrà capito ne avete, non fa che screditare il buon nome di una tifoseria calda e coinvolgente. Non può essere sempre e solo causa d’altri. Sono pochi: emarginateli. Un’ultima cosa: nel Suo comunicato parlava di una porta infranta da un furibondo Allan Ray. Mio padre è falegname: la prossima volta ci chiami, e Ve la ripareremo noi, gratis, così risparmiate anche tre righe sui comunicati. Spero gradirà il Witz, mi hanno riferito anche che il Suo senso dell’umorismo è contagioso e proverbiale. Spero sia così.

Altro non Le dico, caro Daniele. Alcuni portali “specializzati” affermano, secondo me vaneggiando, che la Sua società stia cercando di liberarsi da alcuni onerosi contratti: La prego, non lo faccia. Non ora, che Roseto ha la possibilità di avvicinare le zone che di più contano, distanti solo due vittorie che Vi àuguro di conseguire a partire dal 12 di febbraio; né a fine stagione, dato che il prossimo anno sogno lotte epiche per le posizioni di vertice fra Roseto e Udine.

Caro Alessandro, facciamo a capirci: senza i Tuoi sforzi, e la febbrile attività assieme a Davide Micalich, oggi staremmo ancora navigando fra le categorie dilettantistiche di questo meraviglioso sport. E questo è ben diverso che stare in serie B o in Legapro nel calcio.

Quando nel recente passato mi sono preso “complimenti” da alcuni nostri tifosi che mi accusavano di esser troppo filo-aziendale (evidentemente esser bersaglio mi si confà!), ho tenuto il punto esattamente come ho fatto con i tifosi rosetani: perché scrivendo di basket solo per passione mi posso permettere di dire quel che penso, senza “prender gabbana” pro- o contro alcuno. Udine ha stravinto il campionato di B, l’anno scorso, e quest’anno pur con alcune prestazioni incolori e soprattutto troppi infortuni, gravita attorno al 50% di vittorie in una stagione da “rookie”, tutto sommato una situazione vicina alla migliore delle ipotesi estive. Forlì, che Udine battè alle finali di Montecatini, ne ha vinte solamente quattro e ha cambiato allenatore e mezzo roster: e i biancorossi hanno un budget decisamente interessante. 

Ovvio: Ti chiediamo che il 19 marzo batti sul cuore dei giocatori un pugno forte, imponendo loro di morire sul campo onde lasciarlo inviolato di fronte ad una squadra di colore biancorosso sponsorizzata da un friulano. E siccome due vittorie domenica prossima ed a Chieti direbbero definitivamente “game, set, match” alla partecipazione udinese nella lotta per non incappare nei playout (virtualmente già definita), questa vittoria sarebbe coronamento di una stagione sofferta, ma per me esaltante come quella passata: bello vincere contro Urania e Costa Volpino, ma Treviso, Fortitudo e l’Alma...

Ti chiedo, caro Alessandro, di non mollare: di continuare a coltivare il sogno di chi, come noi, non crede che il calcio sia l’unico sport possibile a Udine. Di continuare, con Davide Micalich, a costruire squadre sempre più competitive per la categoria, nella quale il prossimo anno sogno di vederVi protagonisti lassù, dove quest’anno Bologna e Treviso sembra abbiano fatto il vuoto (ma il trentello fortitudino a Pillastrini di domenica dice che nulla è scontato, come le vittorie bianchenere proprio contro Treviso ed “Effe”), magari spalla a spalla contro i cuginastri dell’Alma, in una lotta aspra, magari piena di sfottò come all’andata ma sportiva e cavalleresca.

Vi ho definito il “dynamic duo”: dall’inizio, da quando, a poche ore dall’inizio del campionato, capiste con umiltà che Tyler e soprattutto Eddie non sarebbero stati adeguati alla categoria. So che lo sarete sempre, dinamici, e mi aspetto che presto o tardi l’imprenditoria (non solo) regionale vinca le ritrosie e partecipi in maniera importante nel funding della nostra amata Biancanera.

Cari Alessandro e Daniele, non siamo perfetti; e se Ve la siete presa con noi (in particolare il Presidente di Roseto) l’avete fatto per la stessa ragione: siamo simili, e questo crea incomprensioni. Tipo pensar che io abbia la “puzza sotto al naso”. 

Continuate, continuate, continuate: perché un ambiente depresso come il basket italiano di questi tempi ha bisogno più di appassionati come Voi che di magnati che allestiscono squadre fatte di figurine e poi prendono schiaffi appena varcano le Alpi.

A Voi, ai giocatori, al Settore D, ai rosetani che seguiranno la squadra a Cividale chiedo di dare spettacolo, domenica, senza mai trascendere. Sfottersi sì, offendersi no. Io lo sto facendo per primo.

Buona gara a tutti! Viva il basket.

Sezione: Focus / Data: Gio 02 febbraio 2017 alle 22:00
Autore: Franco Canciani
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