"Si perde e si vince"... ma nel caso dell'Udinese sembra essere "si perde (all'ultimo secondo) e si perde (a ridosso dell'intervallo)". Si perde pure la connessione (almeno nel mio caso) che serve per vedere la partita, anche se almeno quella non è una sconfitta definitiva (recupero del segnale). Parlando di cose sicuramente più importanti, la visione della gara può solo che far irritare, al di là della sconfitta: sono un amante delle statistiche, ma ieri io le occasioni da gol per l'Udinese non le ho contate perché è un turbamento. Come ha detto giustamente Pradè stasera, non so in che maniera si possa tentare di pensare al futuro se non si vince una partita del genere. E teniamo conto sì del "calendario difficile", ma non venitemi a dire che l'Empoli è un ostacolo insuperabile (anche se in fondo ero pessimista). Si possono fare tutti i discorsi tecnico-tattici che vogliamo, andando a criticare lo stesso allenatore spagnolo: ma cambiando la guida tecnica cambierebbe qualcosa? La domanda forse se la sta ponendo anche la dirigenza bianconera, autrice dei tanti cambi di panchina, infruttuosi, degli ultimi anni. Resta il fatto certo che l'Udinese, dopo 12 giornate, rimane a 9 punti ed entra ufficialmente nella zona retrocessione. Come anticipa il titolo però si tratta anche di sfortuna: per molti la gara di ieri è stata la migliore della stagione per i bianconeri, dal punto di vista della prestazione e delle occasioni create. Nel calcio però non sempre serve e/o basta giocare bene...

Andando direttamente alla gara, nel primo tempo l'Udinese gioca seguendo ottimamente i dettami dell'allenatore: una squadra "spagnola", legata al possesso, che ti ferisce quando meno te lo aspetti; il problema è che prima dell'intervallo si fa male da sola. Ma andiamo con ordine, parlando delle occasioni dei friulani: al 20' c'è il primo tiro-cross pericoloso di De Paul, dopo un fantastico scambio con Mandragora post corner; Provedel però è attento come praticamente in tutta la gara: suo anche lo strepitoso intervento sul tiro a giro indirizzato al sette di Stryger Larsen al 33'. Altra occasione clamorosa per Lasagna al 25', che dopo un contropiede magistrale degli "argentini", stampa il pallone sulla traversa di prima con una botta pazzesca; al 34' la comparazione dei tiri è di 1-10. Mentre l'Udinese non finalizza in attacco, dal 33' si hanno i primi scricchiolii in difesa: Zajc si mangia un gol già fatto, tutto solo. Appena alla seconda occasione, al 41', l'Empoli va a segno grazie a tre passaggi in serie tutti di prima (gli ultimi due di Krunic e Caputo) che fanno sì che i toscani possano aggirare tranquillamente le "nostre statue", colpevoli in un'azione che viene finalizzata in rete dallo stesso Zajc; Fofana, Mandragora e Samir si fanno anticipare clamorosamente, mentre Musso non può nulla. Il primo tempo termina col 62 % di possesso friulano.

Velazquez all'intervallo non sa cosa dire ai propri giocatori, che tornano in campo poco carichi e sfibrati. Infatti l'Empoli riesce a sfruttare uno schema da calcio d'angolo al 51', che materializza il 2-0: prolunga il cross di testa Krunic (ottimo giocatore) facendo sponda per Caputo, che aggirando la difesa, si trova tutto solo sul secondo palo, dove non può sbagliare (rischia però di farsi male). Al 2-0 l'Udinese molla per almeno un quarto d'ora: non si capacita di ciò che sta avvenendo. Cambiano gli schieramenti tattici a ridosso del 60': l'Empoli gioca con due punte (Caputo e La Gumina), l'Udinese passa al 4-4-1-1 (Machis entra al posto dell'infortunato Samir). Verso il 70' l'Empoli non si accorge che si sta scoprendo un po' troppo, soprattutto per i gusti di Machis, che dà la carica ai suoi. Anche grazie a lui l'Udinese rientra in partita: prima con una serie di corner, poi con il tiro al volo di Wague (fuori) sul cross di Troost-Ekong (non i migliori interpreti offensivi questi). Subito dopo il gol annullato a Lasagna per offside (al 75'), c'è un rigore assegnato ai friulani col VAR per un fallo di Maietta sullo stesso attaccante della Nazionale italiana: dal dischetto però De Paul calcia alto all'80'. Sembra davvero finita, anche se Velazquez continua a dare la carica (vorrebbe giocare lui); e ha ragione, perché un minuto dopo va in gol Pussetto, con un tiro al volo da posizione ravvicinata, assist di Machis. Dopo il 2-1 c'è l'ultima e unica chance (clamorosa) per pareggiare: all'89', lancio di De Paul per un Pussetto che serve Lasagna, il quale però trova un prodigioso Provedel, decisivo nello sventare il tiro a peso morto dell'attaccante. Termina così lo scontro diretto, fatale per l'Udinese.

Parlando dei singoli, Musso non deve compiere grandi interventi e secondo me non è colpevole neanche in occasione del secondo gol (c'è piuttosto una difesa schierata disattenta). In difesa l'unico che si salva, come al solito, è Troost-Ekong, favorito forse dalla sua posizione centrale. Male Wague e Samir, col brasiliano che porta l'Udinese a difendere a quattro dopo il suo infortunio (finalmente aggiungerei, l'Udinese deve tornare a quattro dietro a mio avviso). Mandragora e Fofana ammoniti e bocciati (non solo per il giallo): centrocampo (composto da 2-2,5 uomini, non più da 3) sofferente e poco determinato, proprio lì davanti alla difesa, quando serviva. Ter Avest e Stryger Larsen meglio sugli esterni, si sono fatti sentire anche se l'Udinese ha preferito attaccare quasi sempre centralmente; hanno fatto anche densità nella propria trequarti. Pussetto e De Paul (non mi esprimo sul rigore) hanno alimentato prepotentemente l'attacco dell'Udinese (poi se il gol non arriva è un altro discorso); le loro posizioni hanno fatto soffrire un po' il centrocampo ma se questo serve per creare così tanto, ben venga (almeno in certe partite). Mi ero dimenticato invece dell'incisività di Machis: tra i migliori a mio avviso. Infine Lasagna sta ancora passando un momento no e di poca cattiveria agonistica: peccato, perché è "onnipresente" in zona gol. D'Alessandro "senza giudizio".

Per terminare questo articolo auguro alla società di non essere confusa come me rispetto ad un possibile cambio di allenatore. La squadra sta percorrendo, dal punto di vista del modulo, la strada giusta in attacco, ma in difesa c'è qualcosa da registrare (Io tornerei a quattro). Da modificare è anche l'atteggiamento: bisogna essere più cattivi sotto porta, senza tanti giri di parole, perché si lotta sin da subito per la salvezza in questo tipo di campionati. Probabilmente alla squadra mancano le qualità che i giocatori dell'Udinese di Guidolin, per esempio, avevano: una su tutte, la sempre presente volontà di esprimere le proprie capacità; senza fare nomi, noto dei giocatori che si stanno perdendo da qualche giornata. Concludo dicendo che la sosta è necessaria per riflettere e ritrovarsi (dunque) dopo un momento di crisi, che speriamo non si protragga. Vorrei vedere la fame che ha il Frosinone nello strappare il pareggio alla Fiorentina... la fame di vittoria deve tornare ad essere costante in ogni gara, soprattutto per via della "zona rossa" (ormai anche questo sarà un campionato che non andrà oltre la sufficienza tirata, se tutto andrà bene...). Infatti abbiamo visto che cambiano obiettivi e avversari, ma il risultato resta sempre quello, la sconfitta, e non può continuare ad essere così. Che sia il caso di cambiare il timoniere...

Sezione: Focus / Data: Lun 12 novembre 2018 alle 23:45
Autore: Emanuele Calligaris / Twitter: @41ema56
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