L’animo leopardiano, sbocciato peraltro in Friuli, dovrebbe spingermi a comporre preoccupate righe, dopo le due scoppole rimediate contro Trieste. Sì: perché quando parliamo di derby, il termine “amichevole” perde ogni tipo di significato. Eppure le due sconfitte, nette, hanno genesi differenti.

Nella prima, a Grado, l’Alma di Pecile l’ha messa in discesa “pronti: via!”, annichilendo da subito la difesa bianconera, ed al contempo costringendo le bocche da fuoco udinesi a percentuali da prefisso telefonico. Ieri invece altra musica: nel primo quarto, ed in parte del secondo, c’è stata solo Udine in campo. Il parziale di 0-14 che ha spostato l’inerzia (definitivamente) dalla parte dei biancorossi di coach Dalmasson è frutto solo del fatto che, ad un mese pieno dall’inizio del campionato, Trieste è già formazione di categoria ed Udine ci sta mettendo impegno, ricerca del miglioramento ed entusiasmo: ma è pur sempre una neopromossa. E, ieri come oggi, il più esperto della compagnia (capitan Vanuzzo) non è stato schierato.

Stasera, infatti, a testimonianza della rincorsa alla miglior condizione, la GSA ha battuto Treviso in una gara bella ed equilibrata, tesa per tre quarti pieni ed iniziata con un -9 sul 7-16. Anche senza il capitano (e negli ultimi due quarti non si è visto nemmeno Delegal, credo in via precauzionale: Eddie è ancora alla ricerca dell’affiatamento coi compagni e con una pallacanestro che non conosce) Udine non ha mai mollato, sgretolando punto su punto il vantaggio avversario. La premiata ditta Castelli-Truccolo ha finalmente cambiato la musica dell’attacco friulano, piuttosto sottotono nei due scontri contro i giuliani, ma soprattutto per la prima volta (e siamo ancora in precampionato) Tylerino Laser ha preso decisamente in mano le redini della sua formazione, alternando gioco “alto-basso” (a proposito, ma quant’è bravo e determinato il sedicenne Diop?) all’innesco delle sue guardie, che lo hanno come detto premiato con 32 punti; non disdegnando, infine, la soluzione personale: saranno sedici alla fine i punti a referto per il “fosforico” prodotto di Eastern Illinois.

Tutto ciò dopo che ad ora di pranzo la società ha sfruttato l’occasione della kermesse cultural-gastronomica “Friuli DOC” e l’ospitalità del Comune di Udine, presentando sotto la Loggia del Lionello coloro i quali difenderanno i colori bianchineri nel felice riapprodo in serie A. Animata da Massimo Fontanini, addetto stampa bianconero, dalla giornalista Marina Presello, ed alla presenza del sindaco Honsell, è stata una festa, in cui il “dynamic duo” Pedone-Micalich ha potuto godere, dal foltissimo pubblico intervenuto, un antipasto dell’entusiasmo che traboccherà dagli spalti del PalaCividale (ed al Carnera, quando?). Sì: perché è vero che a Udine c’è una squadra in massima serie da un ventennio, ed è la Biancanera del calcio, ma girando per i bar del centro, veri nuclei di sport “parlato”, negli anni settanta ed ottanta si parlava in ugual misura di calcio e pallalcesto. Avremo occasione di scrivere dei fasti passati ma mai scordati, rimanete sintonizzati.

Rimango ottimista: esattamente come all’inizio della preparazione. Udine non sarà l’ammazzacampionato dell’anno passato, ma gli innesti americani e qualche giovane che sta crescendo contribuiranno, assieme al gruppo storico, a divertire e ne sono più che certo. Dopodiché le bastonate ricevute da Trieste, mai gradite sia ben chiaro, dovevano esser messe in preventivo. Ci vediamo in campionato: lì, tranquilli, si ascolterà una musica diversa da questo ritmo sincopato “del maestro Gàmbara”. Okay Tyler: it’s time for rock and roll.

 

Sezione: Basket / Data: Dom 11 settembre 2016 alle 13:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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