Purtroppo è così: se si gioca con impegno contro formazioni superiori come Kaunas o Belgrado, ma in dieci quarti giocati contro l’Alma si totalizzano una cinquantina abbondante di punti di scarto, tutto bene non può andare.

La Biancanera di pallalcesto pare soffrire, e non poco, il salto di categoria, sinora palesato solo in tornei amichevoli: contro Treviso la squadra ha giocato decisamente bene, ma nelle due gare e mezza contro i cugini giuliani si è visto qualche scricchiolio di troppo.

Prendendo solo i quattro semi-quarti di ieri sera, è evidente come stringersi attorno a Cuccarolo, permettendo alla difesa sotto la propria plancia di fare tutto sommato match pari con i biancorossi, abbia l’ovvio, conseguente rischio di accorciare la coperta sugli esterni. Trieste ha colpito dall’arco della gloria con quasi il 60% di successo, contro lo zero tondo nei tre-tentativi-tre effettuati dai friulani. Lo so: siamo a tre settimane dall’inizio e con carichi di lavoro fisico che caleranno solo dalla settimana prossima, permettendo maggiore agilità alla formazione del coach piemontese, ma questi segnali, così come i sacri “scout”, vanno tenuti in debita ed attenta considerazione.

Udine gioca decisamente meno serena rispetto alla stagione scorsa; tutto è cambiato, ovviamente, ma prima dell’inizio della preparazione mi sarei atteso entusiasmo e non pressione. In effetti in tutte le gare la cosiddetta “vecchia guardia”, a cominciare da capitan Manuel Vanuzzo e Riccardo Castelli, non a caso due personaggi-chiave che recentemente hanno calcato palcoscenici di A da protagonisti, ha sostenuto e rilanciato la squadra nei momenti in cui gli avversari cercavano di prendere il largo. Tyler Laser lo sta facendo solo a sprazzi, e ieri sera si è vista la prestazione meno convincente del pre-season, incidendo pochissimo e dando l’impressione di farsi trasportare dalla gara anziché cercare di indirizzarla.

Supergino Cuccarolo deve diventare un fattore: è grande, grosso, ha esperienza e deve far valere le proprie doti; deve acquisire maggiore precisione al tiro, e farsi commettere fallo prendendo la posizione con fisicità e personalità se proprio non riesce a realizzare.

Tasto dolente, invece, quello legato all’ala tiratrice.

Sono decisamente deluso dall’apporto che Eddie Delegal sta dando alla sua squadra. Credo stia patendo in maniera esiziale il passaggio da un mondo, quello universitario americano (sponda NAIA) che tutto sommato concede molto, anche in termini strettamente tecnici. I “passi in partenza” sistematici di cui mi ha parlato un caro amico sono naturali per chi passa direttamente dal mondo giovanile a stelle e strisce a quello meno tecnico, ma duro, competitivo e severo dal punto di vista regolamentare che si trova nel vecchio continente. Ma queste sono cose che si sistemano: fatica, Eddie, a imporre il proprio stile di gioco, la propria personalità, e si intimidisce tentando poco la conclusione a canestro. Quattro tiri contro Trieste, uno solo realizzato e due punti a referto non possono essere considerati un inizio incoraggiante. E non parlo della difesa, che di certo non è mai stata fiore all’occhiello del coloured di Georgia.

Quello che più mi preoccupa è che se Lino Lardo, un educatore prima che un allenatore, ha manifestato dubbi alla dirigenza dopo aver visto all’opera il 2.02 di Brunswick, il campanello d’allarme scattato in casa GSA dev’essere stato sonoro. L’anno passato in una prima fase Lardo non ha mai lesinato l’ingresso di giovanissimi, e per quasi tutta la stagione ha cercato di disciplinare il talento troppo ribelle di Gianluchino Marchetti, lasciandolo andare solo alla fine ed a fronte di un comportamento obiettviamente inaccettabile. Evidentemente coach Lino avrà considerato sforzi e benefici, optando per il bilancio negativo.

Oppure avrà voluto cercare di spronare il ragazzino affiancandogli un francese più esperto con esperienza in Europa, Remi Barry; onestamente il parigino, che ha dalla sua sia l’esperienza NCAA con New Mexico, che l’età (è del 1994 credo); ma a talento onestamente ci dev’essere per forza di meglio in giro. Considerando anche che questa posizione apparteneva al Poltro, giocatore di carisma, carattere e con punti nelle mani.

Quei punti che dai nuovi, come detto, stentano ad arrivare. Ho completa fiducia che, con le risorse economiche in campo, si riesca a trovare un’ala tiratrice se proprio Eddie non ce la farà a convincere, soprattutto a convincersi. Rimango fiducioso, anche in virtù del fatto che in panca c’è un signore che mi ricordo giocare da play con Verona, soprattutto in panca in formazioni di prima fascia in A1, dove la sua capacità, la signorilità e la preparazione che metteva in campo non è mai stata dimenticata.

 

Sezione: Basket / Data: Dom 18 settembre 2016 alle 18:00
Autore: Franco Canciani
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