Vendicata la “mia” GeDeCo, che nel 1983-84 contro la Magiaebevi Ferrara (come scrivevo prima della gara) le perdeva entrambe; sigillata in maniera definitiva la permanenza in categoria; prolungata la striscia vincente, terza gara vittoriosa di fila.

Soprattutto un match nervoso, che Udine ha controllato mostrandosi superiore all’avversaria ma, al solito, subendo un paio di parziali che potevano mettere a rischio la conquista dei due punti.

Udine, a parte lo 0-3 iniziale di Bowers subito cancellato da “Dany-da-tre” Mastrangelo, ed un paio di controsorpassi come quello che ha dato alla Bondi la vittoria parziale del primo tempo, è sempre stata avanti; ha conquistato più rimbalzi, avuto migliore percentuale dal tiro pesante e, come direbbe un savio napoletano, mostrato una “cazzimma” che, con buona pace del GM Micalich che mi tirerà le orecchie, mi fa pensare a cosa sarebbe potuto essere e non è stato.

Ferrara è Bowers, che ne mette 29 ed è l’ultimo dei mohicani di casa a difendere l’accampamento del Pala Hilton Pharma; Ferrara ha qualcosa da Cortese, che spara spesso a salve; poco da Roderick, che commette il quinto fallo a 18’ dalla fine, e pochissimo dal totem siciliano Pellegrino; niente dal resto della compagnia.

Udine invece si stringe attorno ad AirNigeria, a Rain da Tallinn e a un Microwave Pinton il quale sente parlare di Ferrara e inizia a sparare come un Lee Van Cleef d’annata; buono Mastrangelo, cinque punti e tanta sostanza; ancora modesto l’apporto di Andrea Traini, lontanissimo dal Sonnyboy che iniziò la stagione; decisivo il capitano Manuel Vanuzzo, che sigilla la gara con un tiro di classe assoluta. Mi piacerebbe ripensasse alla decisione presa rimanendo ancora una stagione, ma so che dall’alto della sua coerenza avrà già acquistato il biglietto per Elmas.

Capitolo a parte per Abdel Kader Pierre Fall, Aka per gli amici: dopo la gara persa ad Imola qualcuno, che di basket ne sa molto, sui sociali lo definiva “pippa” rimpiangendo il gentleman Gino Cuccarolo. Tralascio le ultime due gare, leggo quella di stasera: sei punti, dieci carambole, valore 13. Durante la diretta testuale dicevo che avrei costretto a sei “suicidi” di fila chi ancora dubitasse delle doti di Fall. Lo so, non è Reynolds ma assieme a Rain, sopperendo all’assenza di Allan Ray (che salutiamo ancora) ha contribuito a rendere (di nuovo) la squadra “cazzutissima”.

Di Zacchetti preferisco non parlare: non sta bene, gioca perché Ferrari (così come Nobile) è iscritto a referto ma non può scendere sul parquet; detto ciò, fa un bel canestro ma chiude la sua gara con un fallo tecnico. Peccato: credo Joel possa dare molto a questa squadra, ma se non toglie le sue personalissime “ragnatele dagli angoli” andrà sempre peggio.

Coach Lardo? Incisivo. Anche se far rimanere Okoye così a lungo in panca nel momento nevralgico della gara è stato un azzardo che io, personalmente, non mi sarei preso. Tutto sommato però questa è la sua squadra, gli somiglia e finalmente sembra seguirlo in tutto e per tutto. Avanti così.

Gli arbitri? Boscolo spesso fischia a sproposito, ed è lui a confondere Cortese con Durant permettendogli una partenza con quattro passi-e-palleggio, prima di perdonargli un clamoroso fallo su Pinton in attacco. Dà il tecnico decisivo per la gara a Roderick, poi se ne pente e per due minuti fischia a senso unico. Errori da una parte e dall’altra, pessima serata che lo fa assomigliare ad un arbitro di pallamano.

Tre gare alla fine: Jesi e Fortitudo a Cividale, a Treviso la vigilia di Pasqua. Mantova, dominata al PalaBam da Trieste, dista solo due punti (che sono quattro a causa della differenza-punti negli scontri diretti). Playoff un miraggio? Sì, ma intanto le si vincono tutte, poi se ne parla.

Dopo Imola, il minimo; dopo il derby, il massimo. Ma il basket è uno sport meraviglioso, in cui in quaranta minuti succede tutto ed il contrario di tutto. Udine sta piantando i semi per la prossima stagione, nella quale non sarà più matricola e a pieno titolo lotterà per i posti che contano. E intanto si arriva in serie A partendo dalle leghe minori; si vince contro una squadra “seria” come Trieste, e contro Effe e Treviso; ed alla fine il 50% di vittorie potrebbe non essere così lontano. Per chi, come noi, seguiamo le sorti della GSA tutto ciò sa di ritorno al passato: e allora, come direbbe Luciano Bonanni... “A’ Pedò, vai col tango!!”

 

Sezione: Basket / Data: Lun 03 aprile 2017 alle 09:00
Autore: Franco Canciani
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