Parlare del tifo calcistico e cestistico significa valicare i semplici confini sportivi. Perché il tifo è qualcosa che va ben oltre lo sport stesso, si parla infatti passione, di amore per dei colori e per la terra che rappresentano. I tifosi molto di più di semplici spettatori paganti, sono “guardiani di una fede” che vanno rispettati, amati e ringraziati. Eroi sugli spalti, così mi piace definirli, perché chi la domenica, dopo una settimana di duro lavoro, prende la macchina e si fa 400 chilometri per sostenere la propria squadra non può che essere definito un eroe.

Questo week end ho vissuto la festa dei tifosi bianconeri, una bellissima iniziativa promossa dall'Associazione Udinese Club dell'amico Presidente Daniele Muraro che ringrazio apertamente. Momenti bellissimi che mi hanno dimostrato ancora una volta quanto il popolo friulano ami questi colori bianconeri. Che sia Udinese o che sia Gsa la passione è immensa. "Sempre presenti", mi hanno detto e mai cosa è più vera. Bianconero tatuato sulla pelle, anzi sul cuore, persone uniche che stimo e che sono orgoglioso di conoscere e di provare rappresentare con queste mie parole. 

Questa parte più colorata e spontanea del tifo, quella dell'esserci sempre e comunque, in questi anni mi ha saputo sempre regalare colpi d’occhio spettacolari, coreografie che trasmettono passione sincera e sportiva, cori, iniziative, dimostrazioni d'affetto e giornate memorabili, anche quando le cose in campo non andavano bene. Nelle ultime stagioni questi tifosi sono spesso riusciti a fare meglio dei propri beniamini, nel senso che tanti sono stati i sostenitori di altre squadre, anche blasonate, rimasti a bocca aperta di fronte all’attaccamento dei friulani verso i propri colori. Quello che i miei occhi hanno visto nel ricordare i quart'anni del terremoto, nell'addio alla leggenda Totò, nella notte dei 120 anni, nel giorno di Zico, fino al derby contro Trieste della pallacanestro sarà qualcosa che mi porterò con me per ogni giorno della mia vita. In sostanza mi hanno saputo regalare emozioni e gliene sarò sempre grato. 

Canti, balli e festeggiamenti stagione dopo stagione, senza mai trascendere in episodi di inciviltà. Pacifici e sportivissimi, nel pieno spirito friulano, pronti a sostenere i propri campioni sempre e comunque, fino al 90′, con qualunque risultato.

Questi tifosi bianconeri, insomma, sono capaci di meritarsi davvero, e non per semplice luogo comune, l’appellativo di “dodicesimo giocatore” in campo. 

Un vecchio adagio recita che il tifo per una squadra di calcio è una delle poche cose che non possono essere cambiate, e io mi reputo fortunato ed orgoglioso di tifare Udinese e Apu.

Un'ultima cosa, se si nasce a Friuli non c'è possibilità di scelta, si ama solo il bianco e il nero.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 27 marzo 2017 alle 21:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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