"Zico, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Dinanzi al grande Galinho l'Udinese ha deluso per l'ennesima volta i propri tifosi. Dopo una tre giorni magica, colma di ricordi e affetto, ci aspettavamo tutti una grande prestazione, una partita fatta di voglia, fame e amore per la maglia. Invece nulla da fare, la vince il Sassuolo contro una squadra senza qualità ma soprattutto senz'anima. Se nemmeno la presenza sugli spalti di una leggenda vivente come Zico, il suo discorso faccia a faccia durante l'allenamento di giovedì ed uno stadio vestito a festa riescono a stimolare questi finti giocatori allora è inutile continuare a sprecare tempo e parole. 

Questa sconfitta non ha generato rabbia ma scoramento e soprattutto disillusione. Perché l'arrivo di Zico ci aveva permesso di tornare per un attimo a sognare, a credere di essere tornati importanti ed unici. Poi purtroppo ci siamo risvegliati bruscamente per tornare ad una triste realtà dove i tifosi contano solo quando hanno il taccuino in mano. Inutile parlare di scelte, di tattica quando manca la cosa primaria, il rispetto.

Zico è stato ed è così amato perché, ancora prima di essere un campione in campo, è un uomo vero fuori. Una questione di atteggiamenti, di valori, di un sorriso sempre stampato in volto, di non stufarsi nel stringere la mano a tutti, di non negare mai foto e autografi, di amare l'Udinese e la gente friulana. E' lì il punto, è lì la differenza. 

Oggi invece cosa abbiamo? Plusavelenze, marketing, contratti e procuratori. Una squadra fatta di giocatori ai quali dell'Udinese non gliene importa nulla. Così se ne vanno i nostri sogni e piano piano forse per qualcuno anche la passione.

La società per ora, nella sua lontananza, tace. Anni fa certi atteggiamenti non sarebbero stati tollerati, ora le priorità sembrano essere altre. 

Al momento ci resta un'unica e sola certezza, il tifo. "L'Udinese siamo noi" cantavano in Curva e questa è la verità.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 20 febbraio 2017 alle 14:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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